Uno spiraglio per Dell'Utri: nuova perizia ad agosto

Un pool si esprimerà sulla salute dell'ex senatore e dovrà stabilire la compatibilità con il carcere

Uno spiraglio per Dell'Utri: nuova perizia ad agosto

Certo, la parola scarcerazione non è stata ancora pronunciata. Ma la notizia che Marcello Dell'Utri aspettava da tempo, anche se celata dietro ad una punta di pessimismo scaramantico, è finalmente arrivata: si farà una nuova perizia sullo stato di salute dell'ex senatore per stabilire se le sue condizioni sono compatibili con il carcere. E questo è già molto, dopo che per lungo tempo le patologie di cui soffre - principalmente una cardiopatia ischemica cronica, che la detenzione ha aggravato - sono state per lo più interpretate come una sorta di scorciatoia per lasciare la cella. Soltanto all'esito di questa consulenza le porte del carcere romano di Rebibbia, dove Dell'Utri sta scontando una condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, potrebbero finalmente aprirsi. Adesso, dunque, non è del tutto inverosimile per il fondatore di Publitalia sperare, a quasi 76 anni, di espiare la sua pena agli arresti domiciliari.

Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha preso atto del parere positivo espresso dalla Procura Generale nell'udienza in camera di consiglio dello scorso 13 luglio e dell'istanza di scarcerazione avanzata dalla difesa per gravi motivi di salute. I giudici hanno ritenuto necessario «attualizzare il quadro clinico a distanza di un anno». Perché ricorre ad un anno fa l'ultima perizia sullo stato di salute dell'ex senatore, allora dichiarato compatibile con il regime carcerario, mentre le sue condizioni fisiche nel frattempo sono decisamente peggiorate. L'incarico peritale verrà affidato nell'udienza del prossimo 8 agosto e in quella sede verranno stabiliti i quesiti da sottoporre agli esperti in contraddittorio tra le parti, con la difesa che nominerà i propri consulenti e potrà intervenire sulla formulazione dei quesiti.

Ieri mattina è stato il suo avvocato, Alessandro De Federicis, a informare l'ex senatore della novità. «È stato molto soddisfatto - racconta il legale - perché finalmente avrà la possibilità di confrontarsi con dei periti sulla sua malattia e perché anche i tempi stabiliti sono adeguati. Era consapevole che non ci si poteva aspettare di più, né prescindere da un nuovo parere quando nelle carte c'è scritto che può stare in carcere. È vero, avevamo chiesto anche la scarcerazione, ma lo avevamo fatto in modo provocatorio e in subordine alla richiesta di perizia per la quale ci eravamo associati al pg. La consulenza ora consentirà di approfondire il grave quadro clinico di Dell'Utri, mi auguro che vanga esaminato con la giusta attenzione».

A maggio anche il Garante dei detenuti si era allarmato - dopo che il medico di Rebibbia aveva descritto un grave quadro clinico per le pluripatologie diagnosticate all'ex senatore, ritenendo la sua situazione «non compatibile» con il carcere - e si era mostrato preoccupato perché nonostante ciò il magistrato di sorveglianza aveva rigettato in via provvisoria l'istanza di sospensione per motivi di salute. Adesso il clima sembra cambiato e il Tribunale ha aperto uno spiraglio sulla scarcerazione. Per il deputato Amedeo Laboccetta, però, i giudici avrebbero potuto osare di più.

«Nonostante il parere positivo della Procura Generale e il chiaro giudizio di incompatibilità con la detenzione della direzione sanitaria di Rebibbia, Dell'Utri è ancora in cella», ha lamentato, puntando il dito contro i tempi, troppo lunghi per un malato, per arrivare all'esito della perizia.

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