La sprecopoli della Rai ora beffa anche i giudici

La procura ha chiesto l'archiviazione per i 44 giornalisti accusati di avere gonfiato turni domenicali e straordinari

La sprecopoli della Rai ora beffa anche i giudici

Milano - Questa volta se la sono vista proprio brutta. Ma, per fortuna, gli 11.600 dipendenti Rai possono restare tranquilli. Non verranno inquisiti nemmeno stavolta. Hai voglia Renzi a voler riformare la tv di Stato, a pretendere di buttar fuori la politica dal Consiglio di amministrazione, a millantare tagli che non arriveranno mai, la Rai continua a fare quello che gli pare. Come ha sempre fatto. Neppure i giudici sono riusciti (o non hanno voluto) fare qualcosa per fermarla. Neppure un'indagine capillare dei pm è servita a condannare per truffa quei 44 giornalisti del Tg1 (dipendenti pubblici) per presunti «turni fantasma» come straordinari, notturni e festivi mai svolti. E allora? Di cosa ci lamentiamo? Fanno bene quei giornalisti a segnarsi a lavoro di domenica e starsene, invece, comodamente a casa o in vacanza, sicuri di metterlo in tasca non solo all'azienda di Stato pagata con i soldi degli italiani, ma anche alle procure che non possono, o non vogliono, far niente per impedire il perpetuarsi di certi crimini.

Come volevasi dimostrare, infatti, la procura di Roma, ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta che vedeva indagati i «furbetti della domenica». La vicenda era partita da una serie di dossier anonimi inviati ai vertici di viale Mazzini e alla procura, tra la fine del 2012 ed i primi mesi del 2013, in riferimento a presunte irregolarità negli straordinari dei giornalisti del Tg1, quando a dirigere il telegiornale c'era Alberto Maccari (proprio quello che prese il posto di Augusto Minzolini cacciato senza giusta causa). Del caso si era occupata anche un'inchiesta interna della stessa Rai. Le successive verifiche dell' internal audit Rai portarono poi alla denuncia. Ma non è servito a niente. L'infinita sprecopoli Rai è riuscita a beffare anche i giudici e l'intera inchiesta si è trasformata in una farsa.

«È stato impossibile dimostrare in modo oggettivo lo svolgimento o meno di turni notturni, giornate festive e straordinari da parte di giornalisti del Tg1». Ecco la motivazione tirata fuori dalla procura di Roma senza batter ciglio. E pensare che i pm che se ne sono occupati erano anche due pubblici ministero di peso come Luca Palamara e Laura Condemi i quali, comunque, riportano nell'atto che non c'è un adeguato sistema di controllo da parte dell'ente di viale Mazzini. Magra soddisfazione, ma meglio che nulla. «Il sistema così strutturato costituisce una prassi lacunosa che non può, tuttavia, imputarsi automaticamente agli indagati». Come si dice a Roma, « ciccia ».

L'atto è stato notificato alla presidente Anna Maria Tarantola. Anche lei non ha mosso ciglio.

I magistrati hanno poi informato tutti i vertici della Rai. Anche loro non hanno mosso ciglio. E meno male che la Rai era la parte offesa. Alla fine, gli unici offesi qui sono sempre gli italiani, che oltre a pagare e stare zitti, gli tocca pure essere presi in giro.

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