«Uno Stato che vessa è visto come un nemico. Non si disturba chi produce ricchezza». Il Consiglio dei ministri concede il via libera al decreto legislativo riscossione, quello che va nella direzione del «fisco amico» e contiene misure come quella sulle cartelle esattoriali per i contribuenti in difficoltà, con possibili rateizzazioni fino a 10 anni.
Un provvedimento simbolico che Giorgia Meloni, a Trento per la cerimonia di firma dell'Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Provincia autonoma, saluta come una svolta e un cambio di paradigma, destinato a incidere sulla stessa spinta propulsiva dell'economia italiana. «Io penso che una nazione seria debba ricordarsi che la ricchezza non la produce lo Stato, ma è lo Stato che deve mettere le aziende e i lavoratori nelle migliori condizioni possibili per creare ricchezza», dice la premier. La riforma del fisco che il governo sta portando avanti prevede «un nuovo approccio» perché «uno Stato che non collabora quando ti vede in difficoltà, è uno Stato di cui è più difficile fidarsi».
Giorgia Meloni si sofferma su due risultati dal valore strategico conseguiti dal suo governo: la crescita dell'occupazione e il conseguimento degli obiettivi del Pnrr. «Sono fiera che l'Italia abbia il record di occupazione, di crescita del lavoro femminile, di crescita dei contratti stabili, l'Italia è una delle due Nazioni nei Paesi Ocse ad avere una crescita del reddito reale delle famiglie. Il reddito nei Paesi Ocse è diminuito dello 0,2%, due soli i Paesi in controtendenza, la Gran Bretagna con un aumento dello 0,2% e l'Italia dell'1,4% che è sette volte di più rispetto alla media».
L'altro capitolo dell'orgoglio meloniano è quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza su cui si toglie qualche sassolino dalla scarpa. «Vogliamo diventare una Nazione modello e sul Pnrr l'Italia oggi è un Paese modello. Il Pnrr da molti veniva considerato per noi troppo gravoso, sostenendo che se lo avessimo rinegoziato avremmo rischiato di perdere risorse. Noi abbiamo sempre ritenuto che andasse rinegoziato, banalmente perché ci trovavamo in una in realtà diversa rispetto a quella in cui ci si trovava quando il Pnrr è stato scritto. Gli strumenti vanno adeguati al mutare del contesto. Le cose sono andate diversamente da come alcuni temevano, rinegoziarlo si poteva e si doveva fare». Senza dimenticare la riconquistata affidabilità. «I titoli di Stato definiscono quanto una economia è percepita come solida. Abbiamo raggiunto il record di titoli di Stato italiani sul mercato estero. Pur nelle tante difficoltà, l'Italia è percepita come un'economia solida».
C'è spazio anche per una battuta sui risultati abruzzesi e sui contraccolpi che i mutati pesi ed equilibri all'interno della coalizione potrebbero generare. «Io capisco che si voglia sempre trovare qualcosa di preoccupante però c'è un risultato che vede per la prima volta un presidente uscente riconfermato nella storia dell'Abruzzo, con i voti del centrodestra che aumentano. Per quello che riguarda la mia candidatura alle Europee, tema che appassiona voi ma meno me, come ho detto deciderò alla fine del percorso: quando si presenteranno le liste farò le mie valutazioni. È una decisione che non ho preso e che non intendo prendere adesso».
L'ultima battuta è per le contestazioni incassate a Bolzano per la composizione della giunta provinciale altoatesina con l'alleanza tra Suedtiroler Volkspartei e Fratelli d'Italia. «Io sono cintura nera di contestazioni, ma bisogna rispettare il voto della maggioranza».
Infine buone notizie per il governo arrivano dal Senato dove scatta il disco verde alla realizzazione degli interventi sulle infrastrutture per la presidenza italiana del G7, con riferimento in particolare al vertice dei capi di Stato e di governo che si svolgerà nei giorni dal 13 al 15 giugno 2024.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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