Il politicamente corretto cancella la danza a Sciences-Po. Alla Maestra di ballo della prestigiosa università parigina era stato chiesto di sostituire i termini «uomo-donna» con «leader-follower», senza fare più distinzione di genere durante le sue lezioni. Lei si è rifiutata, e tanto è bastato per far chiudere il suo corso. Per far cacciare Valérie, 53 anni (da 8 anni in forza all'ateneo) sono state sufficienti le lamentele di pochi studenti, che l'hanno denunciata attribuendole «osservazioni sessiste, degradanti, discriminatorie e razziste». Verifiche? Approfondimenti? Zero. Tutto si è basato sulla testimonianza di una ventunenne che frequentava uno dei suoi corsi. La docente, racconta Le Parisien, si è vista recapitare una strigliata dai vertici: alcuni ragazzi hanno parlato di un suo presunto sessismo: «Considerano il suo metodo old school...».
La fabbrica delle élites cede così a una delle svariate forme assunte dalla cancel culture: se l'insegnante rifiuta di piegarsi ai generi indistinti, viene licenziata in tronco. Cancellata. «Abbiamo preso la cosa sul serio», ha spiegato Sébastien Thubert, responsabile delle attività nel campus. Forse più per paura di un nuovo scandalo, dopo quello del febbraio 2021: quando un gruppo di iscritti a Sciences-Po chiese le dimissioni di Frédéric Mion, il direttore che aveva ignorato le numerose molestie sessuali interne all'ateneo, che esistevano davvero. Fu uno scandalo reale, quello. Stavolta il caso sembra essere ideologico al 100 per cento, e nasce sull'onda della versione francese di Ballando con le stelle, dove il cantante Bilal Hassani (star transalpina che nel 2019 ha rappresentato l'Esagono all'Eurovision, diventando un'icona LGBTQ+) si è recentemente prodigato in un ballo uomo-uomo. Così il diktat del politically correct ha invaso ora anche Sciences-Po.
L'insegnante Valérie rivendica che «nella danza c'è un'idea di seduzione tra coppie di uomini e donne, due donne che ballano insieme, francamente, lo trovo brutto». Apriti cielo. Il «disagio» addotto da un pugno di allievi su 60 ha avuto la meglio sulla semantica della danza che per Valérie ha delle sue peculiarità. Specie quando si parla di passi incrociati di rumba. La docente ha rispedito al mittente le richieste di cambiare vocabolario, provando a spiegare le sue ragioni che risiedono nell'arte dei ruoli, vedi anche le movenze del tango argentino o di altri balli di coppia. «È sempre l'uomo che porta la donna», si è difesa, citando film come Grease o Dirty Dancing. Non volendosi «piegare» a Sciences-Po e «alla sua nomenclatura», è stata cacciata. Rispedita a casa dopo 8 anni di onorato servizio.
Il prestigioso istituto di studi politici di Parigi offre un'infinità di attività extracurriculari. Dal pugilato al krav-maga fino al bridge e agli scacchi. Ma gli iscritti al corso di danza troveranno per un po' la porta chiusa. Cultura e sport vanno infatti benissimo, a patto che non si urti la sensibilità di nessuno. Specie quella degli agguerritissimi collettivi che sostengono ogni battaglia che inneggi al politicamente corretto. Figuriamoci una che strizzi l'occhio ai nuovi processi di costruzione sociale: quelli che in Francia si stanno sviluppando tra i giovani sulla base di caratteristiche che prescindono dal sesso di appartenenza.
Da episodi finora rilevati Oltralpe solo in alcune scuole di ballo o al massimo nei club, si inizia così a scuotere i codici tradizionali di genere anche dentro l'università. Con buona pace di Ginger Roger e Fred Astaire.
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