
Secondo fonti vicine ai talebani, nei giorni scorsi un aereo cargo militare statunitense, un capiente C-17 Globemaster, sarebbe atterrato in Afghanistan, proprio sulla pista della vecchia base aerea di Bagram, simbolo dell'ultima grande ritirata dell'Occidente dalla "tomba degli imperi". La presenza di un cargo statunitense nell'Afghanistan orientale ha immediatamente scatenato diverse speculazioni sulla possibilità che gli Stati Uniti intendano riprendere possesso di questo polo strategico, affermando che a bordo del misterioso C-17, velivolo da trasporto tattico decollato dalla base militare di Al Udeid a Doha, ci sarebbero stati alti funzionari dell'intelligence e niente meno che il vice direttore della Cia, Michael Ellis.
La smentita di Kabul
A riportare l'informazione, non confermata da alcuna fonte ufficiale, è stato il Khaama Press, che riporta come il volo misterioso sia passato attraverso il Pakistan, prima di fare scalo nella base da cui gli americani hanno eseguito l'evacuazione dal Paese tornato in mano ai talebani nel 2021. L'affermazione che i talebani avessero "consegnato la base agli Stati Uniti" per espresso interesse dell'Amministrazione Trump, è stata rapidamente smentita dal portavoce capo dei talebani, Zabiullah Mujahid, che l'ha definita semplice "propaganda".
I mujahid hanno sempre rivendicato il completo controllo della base aerea, definendo "impossibile" un'acquisizione americana della base, in quanto, hanno affermato, "al momento non c'è bisogno della presenza militare di alcun paese in Afghanistan e l'Emirato Islamico non permetterà un'azione del genere".
In una smentita pubblicata dall'Indipendet, il vice portavoce del Ministero degli Esteri afghano ha definito la notizia "non è corretta", mentre il Pentagono non ha rilasciato né smentite né conferme riguardo alla presenza di un C-17 Globemaster III sulla pista di Bagram, né sull'eventuale presenza a bordo del numero due della Cia, la principale agenzia di spionaggio statunitense che vanta una lunga storia operativa in quel teatro afgano che diede origine al Grande Gioco del lontano XIX secolo.
Bagram, simbolo della caduta
La grande base aerea di Bagram, situata a nord di Kabul, è stata il centro di comando delle forze americane e del Contingente internazionale della Nato che, per due decenni, hanno combattuto nella lotta al terrorismo contro Al Qaeda e i talebani, un tempo segreti alleati nella guerra per procura mossa contro l'Armata Rossa dell'Unione Sovietica, impegnata nella lunga e sanguinosa guerra in Afghanistan del 1979-1989. Anch'essa conclusasi con una rovinosa ritirata.
Bagram, che ha le dimensioni di una piccola città, è stata eretta dai sovietici e ampliata dagli americani, e probabilmente in uno stato di semi abbandono, vanta una lunga pista e ottime difese, ed è stata conquistata dai talebani nell'estate del 2021 quando gli americani l'hanno abbandonata per completare l'evacuazione da Kabul.
Trump e il timore della Cina in Afghanistan
Nel corso della sua campagna elettorale, il presidente Donald Trump, da sempre promotore del disimpegno di truppe statunitensi dai conflitti combattuti all'estero, ha "ripetutamente parlato di riprendere il controllo della base di Bagram", affermando proprio il mese scorso che l'America intendeva "tornare alla base" che "presumibilmente ospitava truppe cinesi". All'epoca, i Mujahid liquidarono le affermazioni di Trump come "commenti emotivi", consigliando agli americani di astenersi dal rilasciare "dichiarazioni basate su informazioni infondate".
"Sono stato io a portare la nostra presenza militare sotto i 5.000 effettivi, ma avremmo mantenuto Bagram, non per via dell'Afghanistan, ma per via della Cina, perché la base aerea è esattamente a un'ora da dove la Cina produce i suoi missili nucleari", ha dichiarato il tycoon, concludendo che gli Stati Uniti avrebbero dovuto mantenere Bagram come asset strategico tra il Vicino e l'Estremo Oriente. Rispolverano dinamiche da Nuovo Grande Gioco.
Tra analisi e speculazioni
Per i consiglieri dell'Amministrazione Trump, Bagram rimane una delle basi aeree più grandi del mondo, con la sua pista di atterraggio di 3.600 metri e i grandi hangar che ospitavano i caccia della Nato inviati a colpire ovunque gli insorti afghani.
La base può rappresentare un asset strategico per gli Stati Uniti e una merce di scambio per la leadership talebana che potrebbe essere alla ricerca di legittimità internazionale o di supporto in termini di condivisione di "informazioni di intelligence e cooperazione antiterrorismo" per frenare il riemergere dell'Isis-K in Afghanistan. Secondo alcuni una minaccia crescente, secondo altri un semplice spauracchio che fa eco alla necessità di avere un nemico "attivo" nella regione.
Certo è che una presenza americana nella base aerea di Bagram, e una qualsiasi collaborazione con i talebani, rappresenterebbe davvero quello che qualcuno ha definito a buon titolo come "inaspettato capitolo nella geopolitica afghana".
Tuttavia, una fonte del Dipartimento della Difesa statunitense ha dichiarato in via informale che al momento "non c'è alcuna presenza militare statunitense in Afghanistan". Secondo altre fonti non accreditate, Washington svelerà i propri piani prima della fine di aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.