Ennesimo fine settimana di sangue negli Stati Uniti, ancora una volta a causa della diffusione selvaggia delle armi da fuoco, e dove ancora una volta a farne le spese sono soprattutto dei giovani. Nella cittadina di Dadeville la festa per il 16esimo compleanno di una teenager è finita in tragedia quando intorno alle 22,30 locali di sabato qualcuno ha aperto il fuoco, uccidendo almeno quattro persone e ferendone molte altre (oltre 20 secondo i media locali), la maggior parte adolescenti.
La sparatoria è avvenuta al Mahogany Masterpiece Dance Studio, nel centro del comune rurale di 3mila abitanti a nord-est di Montgomery: nel locale era in corso il party che negli Usa chiamano «Sweet Sixteen», un momento di passaggio importante per ogni teenager, più o meno come le feste per i 18 anni in Italia. I dettagli per ora non sono molti, le autorità non hanno fatto sapere se il sospetto killer sia stato individuato e fermato, e anche il movente resta da chiarire, ma in un video shock circolato su Twitter si sentono i rumori degli spari e le urla terrorizzate di una ragazza mentre fuori dall'edificio arrivano le auto della polizia.
Una donna di nome Annette Allen ha spiegato che la festa di compleanno era di sua nipote Alexis, e tra le vittime c'è anche il fratello della ragazzina, Phil Dowdell, liceale che si doveva diplomare tra poche settimane. «Era molto umile, e aveva sempre il sorriso sulle labbra», ha detto a un giornale locale, precisando che anche la madre di Dowdell è stata colpita e ferita.
Il pastore Ben Hayes, cappellano per il dipartimento di polizia di Dadeville e per la squadra di football del liceo locale, ha confermato che la maggior parte delle vittime erano adolescenti: «Uno dei giovani uccisi era tra i nostri atleti di punta, e un gran bravo ragazzo - ha affermato -. Conoscevo molti di questi studenti. Dadeville è una piccola città e questo colpisce tutti nella zona».
Joe Biden è stato informato della sparatoria e sta monitorando la situazione, fa sapere la Casa Bianca, precisando che il presidente Usa è in contatto con le forze dell'ordine e i funzionari locali e ha offerto tutto il sostegno necessario. Il governatore dell'Alabama Kay Ivey, da parte sua, ha sottolineato su Twitter che «il crimine violento non ha posto nel nostro stato». «Sono in lutto con la gente di Dadeville», ha aggiunto, esprimendo il suo «dolore». Ivey è un forte sostenitore del diritto di possedere armi sancito dal Secondo Emendamento, e l'anno scorso ha firmato una legge che abolisce l'obbligo nello stato di avere un permesso per avere con sé una pistola nascosta in pubblico. La sua candidatura per l'elezione a governatore dello scorso anno, inoltre, è stata approvata dalla National Rifle Association, la potentissima lobby delle armi americana.
La strage avvenuta in Alabama non è stata l'unica nel fine settimana: sempre sabato almeno due persone sono morte e quattro sono rimaste ferite in un parco di Louisville, in Kentucky (la stessa città dove lunedì scorso un impiegato di banca ha massacrato cinque persone sul posto di lavoro), mentre due studenti sono stati feriti in una sparatoria al campus dell'università di Lincoln, in Pennsylvania. Mentre venerdì due giovani di 22 e 17 anni sono stati uccisi a una festa in una residenza della James Madison University, in Virginia. Una tragedia dietro l'altra, a poco più di due settimane dalla strage in una scuola elementare di Nashville, in Tennessee, nella quale sono morti tre bambini e tre adulti. Gli Stati Uniti continuano a pagare un prezzo alto per la diffusione delle armi da fuoco e per la facilità con cui gli americani vi hanno accesso: il Paese ha più pistole e fucili che abitanti (oltre 400 milioni per circa 330 milioni di cittadini) e nel 2023 ci sono state già oltre 150 sparatorie di massa, più dei giorni trascorsi, secondo i dati dell'organizzazione no profit «Gun Violence Archive». Nel 2022, invece, in tutto ce ne sono state 647, una media di due al giorno.
E negli ultimi anni la violenza e gli incidenti d'arma da fuoco negli Usa sono diventati la principale causa di morte per i bambini, superando incidenti automobilistici, lesioni per altri motivi e malattie congenite. Il gruppo di attivisti «Everytown for Gun Safety» stima che 19mila bambini e adolescenti vengano uccisi o feriti ogni anno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.