La strategia di Matteo: includere tutti

Messo da parte l'approccio sfrontato, ora scenderebbe a patti con il Diavolo

La strategia di Matteo: includere tutti

Se ancora aveva dei dubbi, Matteo Renzi deve averli messi da parte giovedì sera, dopo aver fatto i conti con la macchina del tempo. Se otto anni fa si presentò al Palacongressi di Firenze per lanciare la sua candidatura a sindaco tra l'entusiasmo dei presenti, giovedì sera all'Obihall per tirare la volata al «Sì» per il referendum costituzionale il premier è stato, infatti, costretto a fare i conti con una realtà diversa, evidentemente condizionata dal logoramento di questi due anni e mezzo a Palazzo Chigi. Al punto che, raccontava ieri l'edizione fiorentina di Repubblica, il teatro «fatica a riempirsi», tanto che «molte file di sedie vuote sono state portate via dalla platea prima» dell'inizio della kermesse. Perfino nella «sua» Firenze, insomma, Renzi annaspa.

La partita del 4 dicembre giorno in cui si voterà sul referendum - si preannuncia, dunque, in salita. Renzi ne è consapevole da tempo, al punto che ormai da settimane ha deciso per una strategia più che mai inclusiva. Anche su sollecitazione del Quirinale preoccupato da come un'eventuale vittoria del «No» potrebbe destabilizzare non solo il governo ma l'intera legislatura il premier ha, infatti, deciso di mettere da parte l'approccio un po' sfrontato e si è dedicato ad una strategia dell'inclusione. Al punto che oggi il leader del Pd è praticamente pronto a venire a patti con tutti, forse persino con il diavolo.

Di certo con Silvio Berlusconi, a cui Renzi ha fatto recapitare nelle ultime settimane alcune ambasciate (ultima quella di Denis Verdini dalle colonne del Tempo), nella speranza di portare a casa una sorta di «neutralità» di Forza Italia sul referendum. Niente di fatto, perché l'ex premier proprio due giorni fa ha formalizzato il suo «No» ed è pure intenzionato a fare campagna elettorale. Non a caso, Renzi ha deciso di buttarsi in prima persona sull'elettorato di centrodestra.

Ultimo atto di tante mani tese, da quella alla vituperata Cgil (l'estensione della quattordicesima ai pensionati coinvolge buona parte dei suoi iscritti) ai magistrati (evitando di replicare al presidente dell'Anm Piercamillo Davigo) passando per gli agricoltori (almeno in 400mila beneficeranno dell'annunciata cancellazione dell'Irpef agricola).

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