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Lo studente suicida in Dad. Il pm: "Qualcuno lo istigò"

La procura di Vicenza indaga tra i "forum dell'orrore". Il padre del 18enne: "Terribile che esistano queste chat"

Lo studente suicida in Dad. Il pm: "Qualcuno lo istigò"

Quello di Matteo Cecconi era sembrato subito un suicidio «anomalo». Un 18enne che si avvelena «in diretta» mentre da casa sta seguendo le lezioni in Dad, probabilmente nasconde una «zona d'ombra», un «non detto», una «verità nascosta»: insomma, quello che nei romanzi noir viene definito un «segreto inconfessabile».

Ora gli inquirenti andando a ritroso nella misteriosa dinamica che lo scorso 26 aprile portò Matteo alla morte - quel «segreto» - sperano di riuscire a svelarlo; per ora, hanno un sospetto: dietro la fine dello studente di Bassano del Grappa potrebbe esserci «qualcuno». Soggetti in carne ed ossa occultati da entità virtuale, ologrammi capaci di colpire come veri killer.

Il padre di Matteo è sicuro: «Dietro la tragedia di mio figlio c'è un istigatore». «Ho fatto una ricerca sul suo computer - spiega - ed è emerso che quella mattina mio figlio era connesso al sito Sanctioned Suicide (purtroppo oscurato dalle autorità di polizia solo dopo il dramma di Matteo ndr) sul quale erano online altri dieci adolescenti che l'hanno letteralmente incitato ad assumere una letale dose di nitrito di sodio, con frasi come Vai e troverai la pace, Non temere! Vedrai che andrà tutto bene».

Matteo era un ragazzo d'oro, studioso, altruista, amante dello sport e delle buone letture. Come sia entrato in quel «gioco» di sudditanza psicologica che ha finito per travolgerlo, non sa spiegarlo nessuno. La famiglia ora combatte, con coraggio e dignità, affinché simili drammi non colpiscano altri ragazzi. Ma le statistiche sono drammatiche: in tutto il mondo, negli ultimi anni, sono aumentate esponenzialmente le morti di adolescenti finiti nel vortice di siti analoghi a quelli in cui è sprofondato Matteo. Che alle 9.33 di quella maledetta mattina beve il veleno e scrive sulla chat dell'orrore: «Auguratemi buona fortuna». Nessuno lo ferma, anzi lo incitano. Troppo tardi per tornare indietro. Il padre lo trova agonizzanti. Inutili i soccorsi. «Matteo non avrebbe mai trovato il coraggio di togliersi la vita se qualcuno non avesse avuto un ruolo attivo nella decisione di avvelenarsi», giurano gli amici. E quel «qualcuno» Matteo lo ha probabilmente trovato nel delirante «forum online per aspiranti suicidi» a cui partecipava tra una lezione e l'altra di didattica a distanza durante il periodo Covid di chiusura delle scuole.

«Nelle scorse settimane - secondo l'anticipazione del Corriere della Sera - era emersa l'apertura, da parte della procura di Vicenza, di un fascicolo senza ipotesi di reato e che pareva destinato all'archiviazione. Ma il procuratore capo Lino Bruno aveva comunque assicurato: Faremo tutte le verifiche del caso, se ci sono delle responsabilità le scoveremo. Ora, a quasi tre mesi di distanza dal suicidio di Matteo, è lo stesso procuratore a confermare la svolta: Ora stiamo lavorando su un'ipotesi di reato ben precisa, sulla quale intendo mantenere il riserbo.

Posso però dire che abbiamo disposto delle verifiche tecniche, anche in collegamento con altre procure che già stavano affrontando casi simili». Tradotto: si procederà per istigazione al suicidio.

Possibilità di individuare i responsabili? Pochissime. Ma bisogna tentare.

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