Gommone, finte botte e acqua: gli studenti diventano migranti

A Modena, nell'ambito del festival delle migrazioni, agli studenti di un liceo della città emiliana vengono spruzzati getti d'acqua fredda mentre sono a bordo di un gommone a piedi nudi: "Semplice esperienza didattica" per i promotori dell'iniziativa, l'ora della Lega

Gommone, finte botte e acqua: gli studenti diventano migranti

Sta suscitando non poche polemiche l’iniziativa in corso di svolgimento a Modena, rientrante nell’ambito del festival delle migrazioni.

In particolare, ai gruppi di studenti che visitano i locali che ospitano l’iniziativa, viene fatta vivere un’esperienza sensoriale volta a far provare quello che vivono i migranti mentre attraversano il Mediterraneo.

Gli studenti vengono bendati, fatti entrare scalzi in una stanza e poi quindi vengono raggiunti da spruzzi di acqua fredda, il tutto per far assomigliare la situazione il più possibile a quella provata da coloro che percorrono il tratto di mare dalle coste africane verso il nostro territorio.

Come detto, l’iniziativa ha suscitato polemiche. A difenderla è in primo luogo la preside del liceo classico Muratori di Modena, i cui studenti hanno partecipato in questi giorni al percorso sensoriale promosso all’interno del festival delle migrazioni. Giovanna Morini, questo il nome della dirigente scolastica, ha affermato a Modenaindiretta che l’esperienza fatta dai propri alunni altro non è che “solo un progetto didattico, visto che noi facciamo scuola lavorando con i ragazzi su temi interculturali”.

Un’iniziativa dunque e nulla più, secondo la dirigente. Non sono però dello stesso avviso, come riporta il quotidiano La Verità, il senatore Enrico Aimi ed il candidato alle regionali del 26 gennaio Antonio Platis, esponenti di Forza Italia: “Il percorso – hanno sottolineato – prevedeva anche una finta visita medica, in cui la guardia costiera spintonava gli studenti migranti e faceva inginocchiare tutti in fila per terra”.

Nella pagina Facebook dove viene descritta l’iniziativa, si rilancia difendendo l’idea messa in campo a Modena, in quanto l’obiettivo principale verterebbe sul “far riflettere i giovani sui motivi del migrare e relative responsabilità del mondo occidentale”.

Da qui quindi l'idea di mettere in campo un percorso sensoriale volto a ricostruire, all’interno di una stanza, una situazione quanto più drammaticamente simile a quelle viste molte volte in televisione e le cui immagini immortalano le operazioni di salvataggio.

È della stessa lunghezza d'onda anche Linda Fontana, del centro missionario dell’arcidiocesi di Modena: “Occorre far capire – ha dichiarato a margine delle polemiche – perché tutte queste persone sono costrette a lasciare il loro paese”.

Dichiarazioni che non hanno convinto però in tanti, a partire da molti esponenti locali della Lega. Il carroccio è stato il partito che ha espresso le reazioni più dure circa l’iniziativa portata avanti nella città emiliana: “Si tratta – si legge in una nota delle segreteria della Lega di Modena – di tentativi di indottrinamento pro-migranti”.

La Lega, tra le altre cose, ha fatto riferimento ai dati elencati nei giorni scorsi proprio nel corso del festival da parte della Fondazione Migrantes: “La fondazione promotrice dell’iniziativa – si legge ancora – ha evidenziato che otto domande su dieci dei richiedenti asilo vengono

respinte dalle Commissioni territoriali, il che sta a significare che la maggior parte di essi è formata da immigrati irregolari, ovvero da migranti che non si avventurano certo in mare per scappare da guerre o persecuzioni”.

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