"Sui migranti sforzi enormi, ma senza l'Ue sono inutili"

Il governatore: "La premier sta adottando la strategia giusta, però la congiuntura ha numeri eccezionali"

"Sui migranti sforzi enormi, ma senza l'Ue sono inutili"
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Luca Zaia, governatore del Veneto, a tutto campo sul tema migranti e sul momento politico in Italia.

Un'estate complicata per la questione migranti.

«Questo esecutivo sta facendo l'impossibile. Premetto che ci troviamo davanti a una congiuntura astrale senza pari, per via del momento storico. La premier si è attivata per riaprire i collegamenti diplomatici a livello internazionale, con uno sforzo encomiabile. Però i migranti arrivano: rischiamo di superare quota 200mila. E non si possono fare salti di gioia. Anche perché la questione non può essere di destra o di sinistra. Dobbiamo garantire la dignità a chi ospitiamo. Ma va garantita anche ai nostri cittadini. Non serve un genio per comprendere che si sta modificando l'intera fisionomia della nostra società, per esempio sotto il profilo della struttura sociale e di quella sanitaria. E lo dice uno che è cosmopolita. C'è un dato pratico...».

Quale?

«Poniamo che arrivino 100 migranti in Italia. Soltanto all'8% di questi verrà riconosciuto lo status di rifugiato. Vuol dire che almeno il 90% delle persone che sbarcano in Italia corrisponde al profilo del migrante economico. Si tratta di un dato ufficiale del Viminale. Chi scappa dalla morte e dalla fame va aiutato, ma non rappresenta il 100%. Con la narrativa dei porti aperti e con l'accoglienza indiscriminata, rischiamo di privare di posti le persone che davvero ne hanno bisogno e diritto, per garantirli invece ai migranti economici»

Il modello Veneto funziona.

«Sì, funziona ed è riconosciuto anche a livello internazionale. Il totale dei migranti in Veneto è 550mila persone. Più del 12% della popolazione è straniera, ha scelto la nostra Regione per impostare la loro vita. Altra cosa sono i flussi attuali, che ormai hanno raggiunto un livello di insostenibilità e sono un vero problema»

Soluzioni?

«C'è un convitato di pietra che si chiama Europa. E non la tiro fuori a caso: io sono un europeista convinto. Ma se l'Europa vuole avere un ruolo politico ed essere riconosciuta dai cittadini, deve occuparsi seriamente del problema dei migranti. E non limitarsi a guardare, confidando che la giornata o il periodo finisca. Il migrante che arriva a Lampedusa non pensa di essere arrivato in Italia ma in Europa, che è del tutto latitante. E il famoso accordo per la ricollocazione oggi produce zero».

Mattarella a Rimini ha detto di «no» ai muri.

«Sì. Ma in Italia non ci sono muri. I dati in Veneto sono abbastanza esemplificativi, no?. Dobbiamo, è giusto, essere caritatevoli e compassionevoli. Ma dobbiamo esserlo verso chi muore di fame e scappa dalla guerra, oltre che verso la nostra gente, e non verso chiunque».

Il premierato la convince?

«Dobbiamo restituire ai cittadini la possibilità di votare i propri rappresentanti su tutti i livelli. Faccio presente che oggi si eleggono solo i sindaci e i presidenti di Regione. Tutte le altre cariche di vertice non sono direttamente elettive. Cito Rousseau: il popolo ti delega di rappresentarlo, quando non lo rappresenti più ti toglie la delega».

Salvo i due mandati...

«Su questo ho una posizione coerente da quando governavo la Provincia di Treviso: credo fermamente che debba essere sempre il cittadino a scegliere. Non possiamo dare degli idioti agli elettori, sostenendo che si creano sacche di potere senza un limite ai mandati. Prova ne è che si sprecano gli esempi di elezioni di sindaci e presidenti di Regione che non sono stati rieletti».

L'Autonomia è essenziale.

«Rispondo con le parole che ha usato Giorgio Napolitano quando è iniziata la battaglia, che come ricorderà ha avuto origine proprio in Veneto. Napolitano, rispetto a chi gli domandava se fossimo insurrezionalisti, disse che l'Autonomia è vera assunzione di responsabilità. Basta con la baggianata della secessione dei ricchi: non lo è. E la si finisca di dire che si mina l'unità nazionale.

Qual è la nazione più autonomista in Europa? La Germania, percepita da tutti come una grande nazione ma ha un federalismo davvero spinto. Devo dire che questo governo ha già messo a terra le basi per l'Autonomia. E poi c'è il disegno di legge Calderoli. Insomma, ci siamo».

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