Danni da stress post naufragio. Costa Crociere condannata a risarcire un passeggero superstite con 77mila euro. Per il giudice della prima sezione del Tribunale di Genova, Paolo Gibelli, Ernesto Carusotti, uno dei 3586 naufraghi dell'affondamento della Costa Concordia, ha diritto al risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a causa del drammatico incidente. Alla società di navigazione sono state addebitate anche le spese legali, 15.692 euro in tutto.
Una sentenza clamorosa, destinata a provocare altre richieste fra i superstiti del naufragio avvenuto all'isola del Giglio il 13 gennaio 2012 per una manovra azzardata. Unico responsabile, condannato a 16 anni per omicidio plurimo, lesioni, naufragio colposo e abbandono della nave, il comandante. Francesco Schettino. Una vittoria per il Codacons «che ha sostenuto la totale incongruità degli indennizzi riconosciuti» afferma l'associazione di consumatori in una nota. A bordo della nave, salpata il giorno stesso della tragedia dal porto di Civitavecchia e diretta a Savona per l'ultima tappa del viaggio, c'erano 4229 persone, fra 3216 passeggeri e 1013 membri dell'equipaggio. Alle 21.40 di quella notte maledetta Schettino lascia la rotta per accostare all'isola. È l'inchino, l'avvicinamento all'abitato da omaggiare con fischi di saluto. Una manovra finita nel peggiore dei modi: a 96 metri dalla riva e a soli 8 metri di profondità lo scafo della nave urta uno scoglio delle Scole, all'Isola del Giglio.
La nave imbarca acqua, poi si piega su un fianco dove resta per giorni. Il comandante Schettino abbandona la nave lasciando tutti i passeggeri al loro destino. Muoiono 32 persone. Per il disastro la proprietà paga risarcimenti per 84 milioni di euro ai 3586 naufraghi, comprese le famiglie di 29 vittime su 32, e a vari enti fra i quali il comune del Giglio. Per il giudice: «La responsabilità () è per le lesioni lamentate, ovvero il disturbo post traumatico da stress (quale lesione della salute) e il danno da esperienza stressante (connesso alle particolari circostanze in cui la vittima visse il naufragio) (). Nel caso attuale eventuali colpe in fase di salvataggio dal naufragio non eliminano la responsabilità di chi risponda del naufragio stesso».
«Carusotti avrebbe potuto evitare il trauma scendendo regolarmente a mare con la prima scialuppa - spiega il giudice -, l'esperienza stressante sarebbe stata molto minore, forse il danno biologico non ci sarebbe stato».A determinare la sentenza il fatto che «il naufragio avrebbe potuto essere meglio gestito», senza danno per Carusotti.
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