Promette di servire il Partito conservatore e la nazione con «integrità e umiltà». Perché «il Regno Unito è un grande Paese, ma non c'è dubbio che dobbiamo affrontare una profonda sfida economica». «Stabilità e unità» le parole d'ordine. Le usa Rishi Sunak nel suo primo intervento pubblico dopo che i colleghi di partito lo hanno scelto ieri come nuovo leader e futuro primo ministro. È il primo capo di governo britannico di origini asiatiche, il primo non bianco, il primo indù, il più giovane, con i suoi 42 anni, non solo dai tempi di Tony Blair e David Cameron, che a Downing Street arrivarono a 44 e 43 anni, ma il più giovane da oltre due secoli. E per la prima volta nella storia a guidare il Paese sarà un leader con un patrimonio stimato di 730 milioni di sterline, il doppio di Re Carlo e Camilla. Una montagna di soldi frutto di un matrimonio fortunato con l'ereditiera indiana Akshata Murty, ma anche di un passato tra Goldman Sachs, i fondi di investimento e l'alta finanza. Ed ecco la nota che, insieme al suo passato di ministro del Tesoro nel governo Johnson, fa di Sunak un premier che prende i mercati molto sul serio e che i mercati prendono sul serio. La sua elezione è stata accolta con cautela, la sterlina è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al dollaro, ma è quiete dopo la tempesta di un mese fa, quando la moneta nazionale ha raggiunto il record negativo per le manovre azzardate del governo Truss.
Il passaggio di poteri avverrà stamattina, quando Re Carlo conferirà l'incarico a Sunak e la premier Truss lascerà definitivamente Downing Street dopo 44 giorni di pessimo governo, cinque giorni dopo le dimissioni. Sunak ha scoperto alle 15 di lunedì di essere diventato leader del partito e dunque nuovo premier. È successo, appena scaduti i termini delle candidature, quando si è saputo che aveva sfiorato le 200 nomination (ne bastavano 100) e l'unica contendente ufficiale, Penny Mordaunt, si è ritirata dalla corsa (entrerà con molta probabilità nel nuovo esecutivo). La sera precedente Boris Johnson aveva scelto anche lui, con una mossa inattesa, di rinunciare alla sfida. Ma l'ex premier resta a guardare, pronto a sostituire Sunak in caso di fallimento di elezioni anticipate. «Non si terranno», ha chiarito subito il neopremier. Ma se topperà il voto anticipato è una prospettiva. Lui stesso ha ammesso davanti ai colleghi di partito: «Abbiamo una possibilità: stare uniti o morire».
Non era mai accaduto che si succedessero tre capi di governo in poco più di sei settimane nel Regno Unito. Non era mai successo che due primi ministri, Truss e Sunak, subentrassero a un leader eletto, Johnson, a tre anni dalle elezioni generali, senza passare per le urne. Ma non sono tempi normali per il Regno Unito. Bisogna rassicurare i mercati, stabilizzarli dopo il disastro-lampo di Liz Truss, quando la sterlina è crollata e i rendimenti dei titoli di Stato sono schizzati a causa dei tagli alle tasse in deficit del suo governo. Ora è indispensabile tenere a bada l'inflazione, che è oltre il 10%, un record, mentre i prezzi degli alimenti galoppano veloci come non si vedeva da 40 anni. Il Regno Unito è sull'orlo della recessione. Serve stabilità, ma anche buon governo. È quello che Sunak promette: responsabilità e conti pubblici in ordine. Saranno settimane durissime.
Jeremy Hunt, il ministro del Tesoro che con molta probabilità terrà la poltrona e lunedì 31 prossimo presenterà il piano fiscale di medio termine, avverte che è tempo di essere onesti con gli inglesi: ci sono scelte molto difficili da fare sulla spesa (da tagliare) e sulle tasse (da alzare). Serve coprire un buco fiscale da 40 miliardi di sterline. Si annuncia una stagione di scioperi e nuovo malcontento per il caro-vita. La domanda è: quanto sopravviverà Sunak?
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