Labour, vittoria valanga. Il Regno Unito va a sinistra

Ai laburisti Starmer 410 seggi su 650. Storico crollo dei Tories, bene Lib-Dem, sorpresa Farage. Nazionalisti scozzesi a picco

Labour, vittoria valanga. Il Regno Unito va a sinistra
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Il Regno Unito inaugura l'era di Starmageddon. È un trionfo quello della squadra di Sir Keir Starmer che porta a casa 410 seggi alle elezioni in cui i cittadini hanno dato il benservito ai Conservatori dopo 14 anni di governo. Una sconfitta epocale per i Tories, relegati ora nelle file dell'opposizione con soli 131 seggi, record storico negativo. Ottimo invece il risultato dei LiberalDemocratici che guadagnano ben 53 seggi arrivando ad un totale di 61. Sono invece 13 i seggi ottenuti praticamente da zero da Reform UK, la formazione di Nigel Farage, il «padre» della Brexit che ha drenato consensi ai conservatori e che entrerà per la prima volta a Westminster: un buon exploit che però non cambia gli equilibri nella destra. Rivela in pieno la sua crisi invece il partito nazionalista scozzese che rimane presente alla Camera con 10 dei 48 seggi iniziali. Ieri, il primo politico ad assolvere il suo dovere di cittadino è stato proprio il Premier, Rishi Sunak, che si è fatto vedere al seggio elettorale del suo collegio nello Yorkshire all'alba, insieme alla moglie. Sorriso tirato e sguardo pieno di rassegnazione, si è concesso in fretta ai fotografi mentre i giornalisti televisivi più crudeli si chiedevano se la sua tradizionale «election pie», - il pasto che Sunak è uso gustare ad ogni tornata elettorale - stavolta non gli sia andata di traverso. «Votate per i Conservatori, per fermare la super maggioranza laburista, che significherebbe tasse più alte per una generazione» ha postato subito dopo sul suo profilo, ammettendo implicitamente la sconfitta imminente. Molto più rilassato è apparso invece Starmer, recatosi a votare più tardi a Londra. Ieri, a preoccupare l'ex procuratore della Corona in procinto di varcare la soglia del numero 10 di Downing Street, era soltanto l'affluenza. «Andate a votare, non restate a casa» ha detto ai 46 milioni di cittadini britannici chiamati alle urne, dimostrando di non dare per scontata quella super maggioranza prevista dai sondaggi e tanto temuta dai suoi avversari. E mentre i media di casa, in attesa dei risultati finali, hanno continuato per tutta la giornata a pubblicare le foto dei vari personaggi politici che uscivano ed entravano dai seggi, per non smentire la sua fama di personaggio eccentrico, Nigel Farage si è fatto immortalare in tutt'altre faccende. Giacca doppiopetto blu e pantaloni chiari, seduto al pub o a passeggio per strada, ha fatto capire che aveva già votato per posta. Tutti gli altri, quelli che volevano presentarsi di persona e quelli che non avevano ricevuto in tempo la propria cartolina, si sono presentati diligentemente ai propri seggi elettorali muniti di un documento d'identità, obbligatorio per esercitare il voto, per la prima volta nella storia. Fino alle scorse elezioni infatti, agli Inglesi non veniva mai richiesto alcun documento di riconoscimento, bastava dichiarare il proprio nome. Paese in cui voti, stranezze che trovi. E nel Regno Unito ce ne sono parecchie. Ad esempio non si è votato soltanto nelle scuole, nelle chiese e nei centri delle comunità locali: qualcuno si è recato in seggi minuscoli e altri in mezzo ad esposizioni artistiche come quelle del Wimbledon College of the University of the Arts di Londra.

Nella giornata di oggi, arriveranno i risultati finali e molti politici di spicco come Sunak, Iain Duncan Smith e Stella Braverman tra i Conservatori sapranno se avranno ancora un posto a sedere in Parlamento, magari insieme a Farage e Jeremy Corbyn.

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