Veleno di Putin sull'Italia: "Lì mi sento come a casa. E ci è sempre stata vicina"

"L' Italia ci è sempre stata vicina. Ricordo come la gente mi ha accolto. Da voi mi sono sempre sentito a mio agio"

Veleno di Putin sull'Italia: "Lì mi sento come a casa. E ci è sempre stata vicina"
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«L' Italia ci è sempre stata vicina. Ricordo come la gente mi ha accolto. Da voi mi sono sempre sentito a mio agio». Un convegno a Mosca dal titolo vago e inoffensivo («Idee forti per tempi nuovi») e la domanda all'ospite d'onore Vladimir Valdimirovich Putin di Irene Cecchini, studentessa italiana del prestigioso Istituto per le relazioni internazionali (Mgimo), tradizionale accademia del corpo diplomatico (lì ha studiato il ministro degli Esteri Lavrov che ne è anche il presidente). La ragazza italiana, milanese per la precisione, dice di essere innamorata della Russia, Putin ricambia con la dichiarazione d'amore al nostro Paese e di ammirazione per Milano («Un posto bellissimo, una regione industrializzata, dove si lavora»), aggiungendo (con un'uscita quasi osé per le pudiche abitudini russe): «Lei è innamorata della Russia e basta? Non si è innamorata di nessun altro? Strano che a una bella ragazza come lei non sia ancora successo».

Il siparietto dura pochi minuti, viene ripreso dalle agenzie di stampa locali e diventa un caso. Perché se sulla passione dei russi per la Penisola non ci sono dubbi, lo scambio di battute si presta a interpretazioni diverse. Quanto al primo aspetto basta ricordare il pettegolezzo diffuso sulla proprietà di una splendida tenuta nel Chianti, a suo tempo attribuita all'ex presidente Dmitri Medvedev, o le periodiche proteste del propagandista principe del regime, Vladimir Soloviev, che periodicamente si lamenta piagnucolando in diretta per il fatto di non poter più andare sul Lago di Como dove è proprietario di almeno un paio di ville.

La lettura più maliziosa della vicenda però è un'altra: parte dall'implausibilità che un sofisticato uomo di potere pronunci in questo momento un'osservazione del tutto casuale su un Paese considerato «avversario» e arriva a ipotizzare un allusione a una possibile quinta colonna nella Penisola. «Abbiamo alleati anche in Paesi a noi ostili», aggiunge Putin, con parole che sembrano giustificare i sospetti. Il fatto che in mezza Europa non manchino i movimenti e le forze politiche tutt'altro che ostili all'inquilino del Cremlino è considerato quasi ovvio. Si può partire dalla Francia di Marine Le Pen per arrivare ai tedeschi di Alternative Für Deutschland. A Berlino un paio di assistenti parlamentari del partito di destra sono sotto inchiesta per la vicinanza ai servizi di sicurezza russi. Ma è tutta la cultura della classe dirigente del movimento a essere finita nel mirino.

Quanto all'Italia, le inquietudini degli osservatori occidentali sui rapporti con Putin sono alimentate soprattutto da una particolarità unica in Europa: la presenza di forze potenzialmente «meno ostili» al sistema di potere del Cremlino, come la Lega di Matteo Salvini, nella coalizione di

governo. «Putin non ha più amici in Italia», scriveva qualche tempo fa il sito Politico a proposito dell'intransigenza di Giorgia Meloni sulla questione ucraina. La notazione vale per la premier. Ma c'è chi resta sorvegliato speciale.

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