Libero cioccolatino in libero corteggiamento. Non ci stava il goffo Romeo valdostano a essere considerato uno stalker: venir respinto dalla sua Giulietta ingrata ci poteva stare, ma essere considerato una minaccia proprio no. Così l'uomo ha fatto ricorso contro il «cartellino giallo» che il questore gli aveva sbandierato in faccia e il Tar di Aosta lo ha cancellato: il suo era solo un corteggiamento nemmeno troppo pressante.
La storia: un padre divorziato accompagna un paio di volte alla settimana le figlie a un corso di danza e finisce per invaghirsi dell'insegnante. A quel punto si getta in un timido corteggiamento fatto di piccoli regali: scatole di praline, fiori, profumi, oggettini. Doni sempre accompagnati da messaggi galanti. Lo spasimante si fa vivo anche su Messenger e su Whatsapp, e viene bloccato dall'oggetto del desiderio, che nel frattempo aveva manifestato chiaramente il suo disinteresse alla liaison. Insomma, non c'è trippa per gatti. Ma lui, il micio, non se ne dà per inteso ed evidentemente convinto che alla fine l'amore trionfi sempre insiste. A un certo punto la donna decide che il limite è passato e fa richiesta alla polizia di una misura di tutela, e il questore riconosce che questo corteggiamento, anche se a basso voltaggio, è comunque in grado di ingenerare nella vittima uno «stato di ansia o di timore per la propria incolumità tale da costringerla a cambiare le proprie abitudini di vita». Da qui l'ammonizione per l'uomo, e l'invito a «intraprendere un percorso di recupero e stabilizzazione delle devianze riconducibili alle condotte persecutorie». Bùm.
Da quel momento in poi per il Romeo incomincia una doppia sofferenza: oltre al danno di vedere accartocciato il suo sogno d'amore, la beffa di essere anche considerato uno stalker qualsiasi. Perfino l'ex moglie si schiera in suo favore, scrivendo all'insegnante di danza: «Mi sembra davvero assurdo e ingiusto che perché ha corteggiato una donna con fiori, regali e lettere debba essere condannato e trattato come l'ultimo uomo». Alla fine Romeo si decide a fare ricorso al Tar che gli dà ragione: i suoi comportamenti non hanno mai superato il limite tra amore pur non ricambiato e molestia, ma anzi sono stati inoffensivi. I regali sono stati diluiti nel tempo, i messaggi sempre rispettosi, non c'è stato mai nessun appostamento sotto casa. E quindi ammonimento revocato: l'uomo è sempre un innamorato respinto ma senza lo stigma del molestatore. Nella vita bisogna sapersi accontentare.
C'è un giudice ad Aosta, gli innamorati
esultino. La sentenza scrive infatti una pagina nuova nella delicata gestione dei rapporti tra generi. Esiste il diritto a non essere molestate, non quello a non essere desiderate. Corteggiare è lecito, ricambiare è cortesia.
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