La tariffa rifiuti come il canone La pagheremo con la bolletta

La tariffa rifiuti come il canone La pagheremo con la bolletta

Roma La Tariffa rifiuti come il canone televisivo, blindato grazie alla bolletta dell'energia elettrica. L'idea di allargare alla Tari il metodo di pagamento introdotto dal governo Renzi per recuperare l'evasione della tassa per la Rai è dei sindaci. La proposta è stata riproposta durante le audizioni dell'Anci al Senato sul decreto sblocca cantieri e consiste nell'inserire proprio nel provvedimento del governo per le rilanciare le opere pubbliche la sperimentazione della riscossione Tari.

Per l'associazione dei comuni la misura consentirebbe di raggiungere «significativi miglioramenti nelle percentuali di riscossione, a cominciare dagli enti in crisi finanziaria, o comunque con maggiori difficoltà sotto questo profilo». Utile quindi a dare fiato ai comuni in rosso.

Lo sblocca cantieri sta in realtà attraversando difficoltà che mettono a rischio l'impianto stesso del provvedimento. Confindustria ha lanciato l'allarme. Gli effetti del decreto «dipenderanno molto dall'efficacia e dalla semplicità delle misure, nonché dai tempi della loro effettiva attuazione».

Il riferimento ai circa sei mesi che servono per adottare le norme necessarie ad attuare lo sblocca cantieri. Per gli industriali è urgente «lo sblocco delle opere già programmate e finanziate e che, tuttavia, risultano bloccate». E in ogni caso l'impatto del decreto sblocca cantieri e di quello crescita sarà «limitato», 0,1 punti percentuali nel 2019 e lo 0,2 per cento nel 2020.

Anche per l'Ance, l'associazione dei costruttori, va superata la sindrome del «blocco della firma», che attanaglia la pubblica amministrazione. Un vero sbloccacantieri dovrebbe prevedere misure più stringenti per porre fine alla burocrazia difensiva».

Decreto quasi inutile secondo i sindacati. «Non farà ripartire le opere in stallo. Per sbloccare i cantieri servono interventi su più livelli, le sole modifiche sul Codice degli appalti di per sé non sostituiscono politiche industriali, finanziarie ed urbanistiche, di cui c'è invece un assoluto bisogno», hanno spiegato i rappresentanti di Feneal, Filca e Fillea. Uno dei nodi del decreto è quello delle modifiche al codice degli appalti.

Per la Finco, Federazione delle industria degli impianti per le costruzioni, il direttore generale Angelo Artale ha criticato l'aumento dal 30% al 50% della percentuale consentita da affidare in subappalto. L'Inail ha messo in risalto il problema sicurezza e quindi la necessità di approfondire negli appalti «i criteri legati ai ribassi».

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