La battaglia al Senato sta per iniziare. Stiamo parlando della legge di Stabilità, che dopo l'approvazione alla Camera deve superare lo scoglio del Senato. Dopo aver passato al setaccio e studiato i 52 articoli della manovra, i senatori hanno inondato la Commissione bilancio di Palazzo Madama con oltre 3.500 emendamenti. La discussione andrà avanti per tutta la settimana. L'obiettivo è chiudere entro lunedì prossimo per passare il ddl all'aula, la quale dovrebbe poi trasmetterlo a Montecitorio entro il 20 novembre. Domani il cammino del ddl inizierà con l'esame dell'ammissibilità degli emendamenti. La relatrice Magda Zanoni (Pd), che sta svolgendo il delicato lavoro di ricucitura tra testo originale e modifiche condivise dal governo, insieme alla collega Federica Chiavaroli (Ap), ha spiegato che c'è un "accordo di massima" tra maggioranza e Palazzo Chigi: l'esecutivo presenterà ulteriori emendamenti, ma solo su "temi nuovi". Sugli argomenti che invece sono già stati discussi, invece, i testi verranno riformulati dalle stesse relatrici e dai senatori. Intanto, però, gli emendamenti presentati (da opposizioni e minoranza del Pd) riaprono il dibattito su alcuni temi caldi. Temi su cui il governo Renzi deve ancora trovare la quadratura del cerchio. Vediamo quali sono.
Tasi o detrazione?
Si preannuncia un dibattito infuocato su un altro provvedimento divenuto bandiera del governo: il taglio delle tasse sulla casa. Non viene visto di buon occhio da Sel e M5S, che tenteranno di sabotarlo con appositi emendamenti. A dire no ad un taglio "incondizionato", in maniera sfumata e in qualche modo costruttiva, è la minoranza del Pd. "Abbiamo presentato un emendamento alla legge di stabilità per introdurre, in alternativa all'abolizione totale, una maxi detrazione standard di 400 euro, che nel 2012 erano 200 euro", ha spiegato il senatore della minoranza dem Federico Fornaro. In questa maniera, si avrebbero a disposizione più fondi da stanziare altrove. Sempre sulla Tasi, la tassa sulla prima casa non dovrà essere pagata dai coniugi separati. L'ha indicato la relatrice Zanoni. La correzione permetterebbe di evitare che il coniuge che lascia l'abitazione di proprietà, dove rimane a vivere il partner, debba pagare la Tasi perché non risulta più residente nell'abitazione dove conviveva.
Tra le proposte di modifica che potrebbero essere approvate c’è l’estensione della cancellazione dell’Imu-tasi sulla prima casa anche per le abitazioni date in comodato d’uso a parenti di primo grado. Sul fronte degli affitti si propone, invece, di rendere strutturale la cedolare "agevolata" al 10%, a partire dal 2018. Con un altro emendamento si alza il tetto del bonus mobili, per le coppie che acquistano casa, dagli 8.000 euro previsti nella legge di stabilità a 20.000 euro. Inoltre, si chiede di elevare l’età minima, che deve avere almeno uno dei coniugi, dagli attuali 35 anni a 40 anni. Per le piccole imprese che si occupano d’arte, come quelle teatrali o musicali, si propone che vengano esentate dal pagamento dell’Imu, quando l’attività si svolge all’interno dello stabile di cui l’azienda è proprietaria.
Il denaro contante
Il governo, com'è noto, vuole passare da mille a 3mila euro, nonostante i dubbi sulla possibilità di evasione. Forza Italia in un emendamento chiede di arrivare a 6mila. La minoranza Pd, d'accordo con Sel e Movimento 5 Stelle, chiede di restare alla soglia dei mille euro. Il sottosegretario all'economia Enrico Zanetti, comunque, ha sottolineato che tale limite rimarrà per i cosiddetti "money transfer", che possono essere utilizzati, tra le altre cose, anche per il finanziamento ai gruppi terroristici.
Il canone Rai
Una battaglia si preannuncia anche sul canone Rai. Un fronte composito (alcuni centristi di Area polare, Conservatori e riformisti, Lega, Sel e Movimento 5 Stelle) chiede di abolirlo, mentre il Pd propone di farlo pagare a rate, che sarebbero due nel 2016 e sei nel 2017. L'emendamento dem prevede che almeno un terzo degli incassi provenienti dal canone venga destinato a radio e tv locali.
Lavoro, incentivi alle assunzioni
Il presidente della commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano (Pd), chiede al governo di "migliorare la normativa sul contratto a tutele crescenti", mantenendo gli incentivi per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno, mentre sarebbe previsto di abbassarle da circa 8mila euro a 3.250.
"In secondo luogo, pensiamo che la durata dei nuovi incentivi debba essere nuovamente di 3 anni e non solo di 2 - prosegue Damiano - in questo modo eviteremo che il Jobs Act si trasformi in un risultato momentaneo anziché in un successo duraturo", ha spiegato Damiano. In serata da Palazzo Chigi sembra essere arrivata un'apertura proprio su questo punto.
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