Lo ha ripetuto anche nelle ultime telefonate ai colleghi e agli amici più stretti: «Sono più importanti le cose che faremo di quelle che abbiamo fatto». Il politico Berlusconi lascia un'eredità pesante ma anche imperativo morale negli azzurri e negli alleati di governo. Ovvero l'impegno di portare a termine gli obiettivi che fissavano la sua road map e che andavano ad arricchire e completare l'agenda con la quale il centrodestra ha convinto gli elettori a dargli la fiducia nelle politiche del 2022.
In Consiglio dei ministri domani il Guardasigilli Carlo Nordio parlerà della riforma della giustizia. Uno dei grandi temi sui quali il leader azzurro si è battuto fino all'ultimo. Spingendo soprattutto sul principio della separazione delle carriere dei magistrati e della riforma organizzativa dello stesso Csm.
C'è poi un'altra riforma ispirata alle intuizioni del leader azzurro. Ed è la ministra per le Riforme che nel parla in un'intervista al Tg2. «Voglio dedicare la riforma costituzionale a cui sto lavorando a Silvio Berlusconi - afferma Elisabetta Casellati -. Perché è un progetto che s'ispira al lavoro che lui ha provato a portare avanti nella legislatura 2001-2006 e che prevedeva, tra le altre cose, il premierato». «Berlusconi voleva modificare una forma di governo che si era rivelata negli anni troppo instabile - aggiunge la ministra, che è anche l'unica parlamentare ancora in carica tra quelli eletti nel 1994 -. E non solo. Dal Ponte sullo Stretto di Messina insieme al rilancio di infrastrutture strategiche, previste dalla legge Obiettivo del 2001 che tagliava molti passaggi burocratici, alla riforma del fisco e delle pensioni fino alla semplificazione normativa, su quasi tutte le grandi riforme oggetto del nostro programma del governo guidato da Giorgia Meloni è stato Berlusconi a gettare le basi. Può essere considerato perciò il padre di tutte le riforme. Era un uomo che sapeva guardare lontano e capire dove la politica deve andare».
Altro tema dell'«agenda berlusconiana» in discussione in questi giorni è l'abolizione del reato di abuso d'ufficio. Ci sono ancora alcune resistenze tra le file della Lega ma dalla maggioranza confermano di aver individuato «un punto di caduta».
Anche il taglio del cuneo fiscale, in parte già portato a termine dall'esecutivo fa parte del programma elettorale di Forza Italia e della coalizione di centrodestra. Ad esso il leader azzurro ha sempre guardato come un'azione efficace per rinnovare la spinta in favore del mercato del lavoro e dell'impresa.
Un altro «punto di caduta» è stato individuato nel primo innalzamento delle pensioni minime. Già salite, grazie al governo Meloni, a quota seicento. È un primo passo di quella crescita graduale organizzata dall'esecutivo per realizzare, entro la fine della legislatura, l'obiettivo, caldamente difeso proprio da Berlusconi, di portare le pensioni minime a mille euro.
Altra bandiera berlusconiana è la flat tax. Che Forza Italia spinge per allargare fino a 100mila euro di fatturato per le partite Iva, con la prospettiva di un ulteriore ampliamento non soltanto per le imprese ma anche per le famiglie. Inoltre Forza Italia propugna una sorta di «pace fiscale» con la quale si possa raggiungere un accordo tra cittadino ed erario per il pregresso grazie al sistema del «saldo e stralcio».
Per far muovere l'economia e stimolare le imprese Berlusconi ha sempre sostenuto che è fondamentale una rivoluzione della burocrazia. Perché proprio la pubblica amministrazione, spesso, finisce per essere una trappola per imprese e professionisti. In questo senso il leader azzurro ha prospettato la codificazione di un nuovo principio (contenuto anche nel programma elettorale con il quale si è presentata Forza Italia alle politiche del settembre scorso): la cosiddetta pari dignità tra cittadino e Pubblica amministrazione. E la conseguente semplificazione del Codice degli appalti.
Dagli appalti alle grande infrastrutture.
Con la scomparsa di Berlusconi viene meno, tra l'altro, il primo vero ispiratore del Ponte sullo Stretto di Messina. Come già ricordato dalla stessa Casellati al Tg2 e come ampiamente sottolineato dall'amico e alleato Matteo Salvini, cui spetta ora l'onore e l'onere di portare a compimento il sogno berlusconiano.
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