Terapia intensiva, salgono i pazienti. Sardegna a rischio. È a un passo dalla zona gialla

Con un solo nuovo ingresso in terapia intensiva la Sardegna passa in giallo

Terapia intensiva, salgono i pazienti. Sardegna a rischio. È a un passo dalla zona gialla

Con un solo nuovo ingresso in terapia intensiva la Sardegna passa in giallo. Ieri sono saliti a 19 i posti letto occupati da pazienti Covid in emergenza e dato che con 20 contagiati da si arriva al 10% di saturazione delle intensive a questo punto il passaggio alla soglia di rischio più alta appare imminente. La saturazione dei reparti non dipende solo dal numero assoluto di ricoverati ma anche dalla capacità di accoglienza: la Sardegna ha 196 posti in intensiva. Anche la Liguria con 12 persone in terapia intensiva sfonda il tetto del 5% visto che i posti disponibili sono 214. Conta però anche l'occupazione dei reparti ordinari che non deve superare il 15% di pazienti Covid. In area medica le regioni con il maggior numero di ricoverati sono Lazio, 321; Sicilia, 320; Campania 225.

È ancora presto per valutare l'andamento ma alcuni esperti ritengono che potremmo entrare in una fase di plateau. I casi registrati ieri sono in discesa 3.190 contro i 5.321 del giorno precedente ma i test effettuati sono pochi come sempre la domenica. Crescono i decessi: 23, due giorni fa erano 5. Pochi i tamponi, 83.223, e dunque i il tasso di positività sale a 3,8%.

La risalita nell'occupazione dei posti letto in terapia intensiva e il progressivo aumento dei contagi sono evidenziati dal monitoraggio dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Agenas, relativo al 1 agosto che evidenzia una media nazionale di saturazione dei reparti da parte dei pazienti Covid al 4%. Per i ricoveri Covid nei reparti ordinari l'Agenas rileva che le regioni in crescita maggiore sono Sicilia e Calabria, arrivate in una settimana rispettivamente al 10% e 9%, seguite dalla Campania al 6%.

L'arrivo della variante Delta e la ripresa della curva epidemica ha provocato in 30 giorni 260 nuove vittime e 81.714 nuovi contagi, 915 tra gli operatori sanitari. Sono i dati della Sorveglianza integrata Covid-19 in Italia dell'Istituto Superiore di Sanità che registra come dall'inizio della pandemia l'età media dei contagiati sia 46 anni e negli ultimi 30 giorni sia scesa a 26. I 127.285 decessi rappresentano il 2,9% del totale dei contagiati.

A sottolineare l'efficacia della scelta del governo con la divisione delle regioni in base alle fasce di rischio è uno studio della Fondazione Bruno Kessler condotto con l'Iss e l' Inail pubblicato su Nature Communications. La ricerca evidenzia come il sistema a zone abbia evitato 25mila ricoveri a novembre. Grazie alle limitazioni di movimento in base a sistema dei colori introdotto nel novembre scorso la trasmissibilità del virus è stata ridotta del 13-19% in zona gialla, del 27-38% in zona arancione e del 36-45% in zona rossa, evitando così circa 25mila ricoveri.

Intanto la campagna vaccinale procede ma nella fascia d'età 12/19 sono ancora quasi 3 milioni i soggetti che non hanno ricevuto neppure una dose. Un quadro preoccupante visto che tra poco più di un mese riapriranno le scuole.

Proprio sul vaccino per gli adolescenti il Comitato Nazionale di Bioetica ha espresso un parere che non mancherà di suscitare polemiche: se l'adolescente vuole vaccinarsi potrà farlo anche con il parere contrario dei genitori perché in questo caso la sua volontà coincide «con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica».

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