Il terremoto all'amatriciana va di traverso a «Charlie»

Dopo le provocatorie vignette sul sisma, il Comune del Reatino denuncia il settimanale francese

Il terremoto all'amatriciana va di traverso a «Charlie»

Massimo Malpica

Roma Amatrice non è «Charlie». Dopo le vignette sparate a caldo dal periodico francese Charlie Hebdo sul dolore della cittadina sabina distrutta dal terremoto, il comune reagisce, decidendo di querelare per diffamazione la rivista. La prima vignetta, che rappresentava le vittime come piatti di pasta (chiamando tra l'altro «lasagne» i cadaveri schiacciati tra le macerie delle case), firmata da Félix, aveva sollevato un'ondata di polemiche soprattutto sui social, innescando nel giro di poche ore una «risposta» dalla pagina Facebook di «Charlie Hebdo», ancora sotto forma di vignetta. Il disegno, firmato dalla vignettista Coco, scampata all'attentato terroristico di gennaio 2015, «spiegava» la precedente vignetta (con una donna ferita dalle macerie che dice: «Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia»), ma ha contribuito alle polemiche su giornali e social network, indignando tra gli altri anche il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. «Come cazzo si fa? - aveva ringhiato il primo cittadino - La satira è una cosa, l'insulto a una comunità ferita è un'altra».

Così, dopo una decina di giorni, il legale del Comune, Mario Cicchetti, ha presentato querela per diffamazione aggravata alla procura di Rieti. Chiedendo al procuratore capo Giuseppe Saieva di disporre «le indagini al fine di accertare se nella vicenda della pubblicazione delle vignette siano configurabili ipotesi di reato a carico degli autori, Felix e Coco, e dei direttori responsabili della testata».

Per Cicchetti, insomma, quella non è satira.

«Si tratta - spiega il legale - di un macabro, insensato e inconcepibile vilipendio delle vittime di un evento naturale. La critica, anche nelle forme della satira, è un diritto inviolabile sia in Italia che in Francia, ma non tutto può essere satira e le due vignette offendono la memoria di tutte le vittime del sisma, coloro che sono sopravvissuti e la città di Amatrice». Querela in Italia, spiega l'avvocato, perché «il reato si è senza dubbio consumato sul territorio italiano, in quanto la condotta diffamatoria, intrapresa con la pubblicazione della vignette in Francia, si è perfezionata in Italia attraverso la loro percezione e diffusione sia sui media tradizionali sia sui social network». Ma il legale spiega che si sta valutando se procedere con una querela anche in Francia.

Plaude alla scelta del comune di Amatrice il governatore del Lazio Nicola Zingaretti: «Pirozzi ha fatto bene perché c'è stato un elemento di indignazione e, se una comunità così colpita si sente ferita, è giusto che questo abbia anche un risvolto molto concreto come quello di una querela». Meno convinti dell'iniziativa quelli per i quali la satira, anche cruda, è pane quotidiano. Come Mario Cardinali, direttore del «Vernacoliere», che ritiene «non necessario passare alle azioni giuridiche».

Semmai, aggiunge, «bisognerebbe satirizzarci su». Contrari alla querela anche Forattini, che pure attacca le vignette come «un voluto insulto all'Italia», ed Emilio Giannelli: «La condanna l'hanno già avuta dalla gente».

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