Terrore islamico globale: 100 morti dall'Africa a Kabul

Kamikaze fanno strage a una partita di pallavolo in Afghanistan, i Boko Haram sterminano 60 pescatori. E in Mali giustiziati i bimbi che rifiutano di arruolarsi

Terrore islamico globale: 100 morti dall'Africa a Kabul

Morire sfracellati da una bomba a una partita di pallavolo in Afghanistan. O perché ci si è rifiutati, all'età in cui si va a scuola, di farsi reclutare a forza tra le milizie qaidiste nel Mali. O ancora perché si è incappati, in quella che veniva fino al giorno prima considerata una zona sicura, nell'ennesima spaventosa azione terroristica dei forsennati assassini di Boko Haram nel nord della Nigeria.

È stata una giornata terribile quella di ieri per tante persone qualunque che hanno avuto la disgrazia di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato in diversi Paesi infestati dal terrorismo islamico. Ma in fondo non è stata una giornata eccezionale, perché questa macelleria di innocenti è ormai un orrore quotidiano. Come dimostra il fatto che ieri le agenzie di stampa non hanno dedicato che poche righe all'ormai regolare sequenza di autobomba in Iraq, che hanno mandato all'altro mondo una ventina di persone in tutto.

Certamente gli altri tre episodi fanno più impressione. Soprattutto la carneficina provocata dal fanatico arrivato a bordo di una motocicletta fingendo di voler assistere alla finale di un torneo di pallavolo nella provincia orientale afgana di Paktyka. L'uomo, che indossava un giubbotto imbottito di esplosivo, si è messo a passeggiare in mezzo agli spettatori, fra i quali c'erano molti bambini ma anche numerosi poliziotti, e a un certo punto ha deciso che il momento suo e loro fosse arrivato e ha azionato il detonatore. I numeri (circa 50 morti e 60 feriti) semplificano e in certo modo anestetizzano il concetto, ma si è trattato di un orrendo bagno di sangue, che nella mente del suo autore e dei suoi mandanti probabilmente si «giustifica» con l'idea che Allah disapprova - secondo la visione maniacale dei talebani - gran parte dei modi di divertirsi in compagnia: tra questi c'è lo sport, non importa quale.

Il reclutamento forzoso di ragazzini per trasformarli in combattenti per la «guerra santa» è invece all'origine del tragico episodio avvenuto tra le località maliane di Kidal e Aguelhoc. Qui un gruppo di sospetti aderenti a gruppi armati di ispirazione qaidista ha messo in atto una razzia riuscendo a portarsi via una decina di ragazzini terrorizzati. Due di loro, però, hanno tentato di ribellarsi e hanno pagato con la vita il loro coraggio: li hanno trovati uccisi a colpi di arma da fuoco, un macabro avvertimento per quanti in futuro volessero dimostrarsi tanto incoscienti.

Risale a venerdì pomeriggio, ma poco sposta nell'economia del massacro nel nome di Allah, la terza tragedia, avvenuta sulle rive del lago Ciad nel nord della Nigeria. In questa regione gli abitanti, dediti alla pesca e al commercio, si ritenevano al sicuro dalle incursioni dei miliziani di Boko Haram, che dedicano invece le loro vite alla costruzione del califfato islamico: sbagliavano. I terroristi hanno bloccato la strada che attraversa il confine e hanno teso a un agguato ai venditori di pesce che stavano raggiungendo il Ciad.

Ne è seguita l'ennesima terribile strage: 48 persone hanno perso la vita, in parte sgozzati e in parte affogati nel lago. In questa regione lo scorso agosto c'era stata una feroce battaglia contro i militari inviati dal governo nigeriano.

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