Milano. Ventuno anziani positivi al Coronavirus su 123 ospiti. Più tre operatori sanitari. Con il focolaio della Rsa «Quarenghi», il primo a Milano post emergenza, torna l'incubo dei contagi nelle case di riposo. Là dove i pazienti sono più fragili e dove nei mesi critici si è registrato un drammatico picco dei morti. Questa volta, nonostante la paura che la notizia ha suscitato in città, la situazione è tenuta sotto controllo. Anche perché dei 21 anziani contagiati, 20 sono asintomatici.
La struttura si trova al Gallaratese, alla periferia nord-ovest della metropoli. Il dato dei positivi è aggiornato alla serata di ieri ed è stato fornito, dopo l'anticipazione del Giorno, dalla Coopselios, cooperativa di Reggio Emilia che gestisce la Rsa e molte altre in Italia che accolgono circa 7mila persone. I residenti della Quarenghi hanno tutti un'età superiore agli 85 anni e sono in condizioni di non autosufficienza fisica o psichica. Nei giorni scorsi un paziente ha manifestato sintomi compatibili con il Covid-19 e dopo il tampone è risultato positivo. È stato subito portato in ospedale, come previsto dalle disposizioni regionali, non sarebbe grave. Tutti i residenti e il personale sono stati testati e sono emersi altri 20 anziani contagiati ma «completamente asintomatici». Manca l'esito di 24 test. Si aggiungono i tre operatori sanitari (su 111), messi a riposo. In seguito al primo ricovero in ospedale sono stati trasferiti ulteriori nove anziani, in reparti Covid. I rimanenti 11 sono isolati e in attesa di essere accolti: non hanno sintomi e nelle strutture ospedaliere attualmente viene data priorità ai casi più gravi. La Rsa fa sapere che la situazione è «gestita e monitorata quotidianamente» e che i familiari sono stati informati. Già da prima l'ingresso dei parenti non era consentito, se non in circostanze eccezionali autorizzate dalla Direzione sanitaria. Le visite erano ammesse solo all'aperto. La Cisl Fp conferma «che i lavoratori sono stati forniti di tutti i Dpi necessari» e monitora la situazione.
La Ats di Milano ha riferito che la Rsa Quarenghi, risparmiata dalla prima ondata dell'epidemia, «ha rispettato tutti i protocolli anti contagio». Il direttore sanitario Vittorio Demicheli ha spiegato all'Adnkronos che la vicenda milanese è una «spia d'allarme» ma anche «un'anomalia positiva». Nessuno degli anziani «è in condizioni severe, molti sono asintomatici e i casi sono stati scoperti con il tracciamento». Se uno degli ospiti non fosse stato male, sarebbe stato molto difficile scovarli. «Probabilmente - continua Demicheli - c'era un operatore che potrebbe essersi contagiato in famiglia e ha portato il virus, involontariamente». Colpiscono, aggiunge, «tanti asintomatici, considerato che siamo in una categoria fragile e in età molto avanzata». Però l'esperto avverte: «Occhio che se il virus è arrivato alla Quarenghi, che noi consideravamo a basso rischio, entra ancora facilmente ovunque».
Infine Ats chiede alla Regione di riconsiderare l'obbligo di ricovero degli anziani contagiati in Rsa, anche se asintomatici: «Questa indicazione comporta enormi disagi per persone in età avanzata», e «ha l'effetto di occupare letti» in ospedale. Demicheli chiede «una soluzione diversa». Il caso di Milano si aggiunge a quelli recenti di Montepulciano, con tre operatrici positive, e della struttura «Ancelle Francescane del Buon Pastore» di Roma.
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