Nessuna sorpresa in Toscana. La Regione del presidente del Consiglio resta in mano alla sinistra, con Enrico Rossi che conquista il suo secondo mandato. La Lega diventa il secondo partito della regione, seguita dal Movimento 5 stelle. Forza Italia fortemente ridimensionata, al terzo posto. Alto l’astensionismo: a votare sono andati meno della metà degli aventi diritto (48,01%).
Enrico Rossi, quando mancano da scrutinare circa 300 delle 3.969 sezioni, supera il 48% e si conferma presidente al primo turno, senza dover ricorrere al ballottaggio previsto dalla nuova legge elettorale toscana, molto simile all'Italicum.
Claudio Borghi (Lega-Fdi) balza al 20,03%, mentre Giacomo Giannarelli per i Cinquestelle si ferma al 15,04%. Stefano Mugnai di Forza Italia si colloca al 9,09% e Tommaso Fattori di "Sì Toscana a sinistra" supera di poco il 6%.
Non ce la fanno a raggiungere il quorum Giovanni Lamioni di "Passione per la Toscana" Ncd-Udc (1,1%) e Gabriele Chiurli di Democrazia Diretta (0,3%).
Il voto disegna un’assemblea regionale con 24 consiglieri Pd su 40, mentre la Lega dovrebbe averne 8 e diventare il partito destinato a guidare l’opposizione dopo l’emorragia di voti per Forza Italia, il cui coordinatore regionale Massimo Parisi, prima della chiusura dei seggi, ha rassegnato le dimissioni.
Soddisfatto il governatore riconfermato nell’incarico: "In Toscana la sinistra è ancora forte, salda e può governare la Regione per i prossimi cinque anni", dice Rossi annunciando già una giunta di 8 assessori contro i dieci attuali.
Su Twitter il governatore si è lasciato andare a un'analisi politica che va oltre la Regione: "O la sinistra europea reinterpreta il socialismo e supera l’austerità del liberismo o i nazionalismi fascioleghisti avanzeranno".
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