Toti rimane agli arresti. I pm vogliono farlo saltare

Per il giudice può "reiterare il reato" anche in vista delle "regionali 2025". Il legale annuncia l'appello

Toti rimane agli arresti. I pm vogliono farlo saltare
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Giovanni Toti deve restare agli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni ha rigettato la richiesta del suo legale, Stefano Savi, di applicare al governatore una misura meno afflittiva. Per il gip se il presidente della Regione tornasse in libertà nel pieno esercizio delle sue funzioni, non solo potrebbe reiterare il reato di corruzione, ma anche inquinare le prove, condizionando le versioni dei dirigenti regionali che in questa fase vengono ascoltati dai pm.

A un mese e mezzo dagli arresti e dal terremoto giudiziario che ha scosso la Liguria il quadro accusatorio non è cambiato, scrive il gip. Neanche dopo l'interrogatorio con cui Toti sperava di aver chiarito tutto, ammettendo i finanziamenti elettorali ricevuti in modo trasparente dall'imprenditore della logistica Aldo Spinelli ma sganciandoli da qualsiasi suo intervento per favorirne gli interessi. Per la gip c'è il «pericolo concreto e attuale di reiterazione di analoghe condotte criminose». Messa così, l'unica via per ottenere la libertà sarebbero con ogni probabilità le dimissioni.

L'ordinanza parla di «sistematicità del meccanismo corruttivo». Se Toti tornasse libero da governatore potrebbe «nuovamente mettere le sue funzioni al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti». Anche in vista delle «regionali del 2025, per le quali aveva già iniziato la raccolta di fondi». Va ricordato però che Toti, che ha già due mandati alle spalle, non potrebbe comunque, per legge, ricandidarsi per il terzo. «A meno che non si intenda privarlo dei diritti come fondatore di un movimento politico di rilievo nazionale», fa notare il legale. A supporto della decisione, l'ordinanza cita elementi emersi dal cellulare sequestrato a Toti. Si parla di una cena elettorale del 14 aprile a cui Spinelli avrebbe contribuito con 4.500 euro. In una chat con la sua segretaria, il governatore - dopo un viaggio a Montecarlo tra il 23 e 24 marzo, comprensivo di un pranzo con Spinelli - la avvisa che l'imprenditore avrebbe dato 4.500 euro (il corrispettivo di 450 euro a persona): «Spinelli mi ha detto che fa 10 posti. Poi il resto ci aggiustiamo». Per il gip il «resto», sarebbe «un'allusione alle utilità oggetto degli accordi corruttivi». Frasi travisate dalla lente pregiudizio, secondo la difesa. Il giudice considera anche «particolarmente significativo il fatto che siano emerse sia da parte di Spinelli che di Moncada, (Francesco, ex consigliere di Esselunga, ndr) richieste di interessamento su ulteriori pratiche», oltre a quelle già contestate. Quali? L'apertura di ulteriori punti vendita Esselunga e presunte richieste di Spinelli per l'approvazione «del nuovo piano regolatore portuale». Per tutte queste ragioni se tornasse a fare il presidente, ci sarebbe «il pericolo concreto che possa continuare ad agevolare gli interessi di tali gruppi imprenditoriali».

I domiciliari «tenuto conto del breve tempo decorso (poco più di un mese)» appaiono «proporzionati alla gravità dei fatti» Sottolinea il gip che non si può per legge applicargli l'interdizione dai pubblici uffici, essendo lui titolare di carica elettiva diretta. Altre misure meno afflittive, «appaiono del tutto inadeguate». Di fatto però è un governatore sospeso dal suo incarico nella fase delle indagini preliminari, sottolinea il legale Savi, cosa non prevista dalla legge: «Cioè così un Ppresidente dovrebbe dimettersi di fronte alla sola ipotesi accusatoria. Faremo subito appello. Passa questa idea che chi è indagato sia pericoloso quasi all'infinito. Vorrei capire quanto dura la pericolosità».

La domanda amara della lista Toti è: «Se si fosse dimesso sarebbe ora un uomo libero?». Da Matteo Salvini «solidarietà al governatore al popolo ligure che più volte lo ha scelto, apprezzato ed eletto. Ci chiediamo: è davvero giustizia?».

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