Lavori in corso per il nuovo capo dello Stato. Giorgio Napolitano non starà al Quirinale ancora per molto, ma tutto dipende da quando sarà approvata la legge elettorale. Al momento, comunque, il percorso delle riforme prosegue col freno a mano tirato. Le dimissioni, forse, non arriveranno a gennaio, ma alle porte della primavera il Parlamento sarà chiamato a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. E di lì a poco, magari, si tornerà anche alle urne. Chi sarà il successore di Napolitano e quali saranno gli scenari e le conseguenze che si apriranno? IlGiornale.it lo ha chiesto a Piero Ostellino, ottimo candidato alla successione secondo Matteo Salvini.
Giorgio Napolitano si dimetterà. In attesa di sapere quando il suo addio sarà ufficiale, pensa che in questi mesi il presidente abbia preparato il terreno per qualcuno?
“Se anche fosse, al momento non si vede. Napolitano ha detto che se ne andrà quando vorrà lui, il che è un’affermazione pleonastica dal momento che c’è una scadenza fissata dalla Costituzione relativamente alla durata della carica del presidente della Repubblica. Se invece, con quella frase, vuole tirare una stoccata a chi lo tira per la giacca e lo invita ad andarsene, allora si dimetterà quando se la sentirà e non certo quando vogliono gli altri”.
La scadenza “artificiale” dovrebbe coincidere con l’approvazione della Legge elettorale. Primavera?
“Con la politica italiana non si sa mai come vanno a finire le cose. Fare previsioni temporali precise è difficile”.
Di che profilo sarà il suo successore? Un politico o un non politico?
“Bisogna aspettare le prime votazioni e vedere cosa succederà”.
Si parla tanto di una donna al Colle. Sarà così?
“Se fosse una donna si deve trattare di una che conosce il mestiere e non una che, semplicemente, è una donna. Io sono per i meriti: chi ha le carte in regola per un posto è giusto che lo ottenga. Va a fare il Presidente della Repubblica, mica altro”.
A proposito, il nome di Emma Bonino la convince?
“Ha esperienza internazionale, parla le lingue, si sa muovere: potrebbe essere un buon presidente, salvo certe punte di radicalismo che la contraddistinguono. Detto questo, non voterei contro”.
Rimaniamo sulla questione “quote rosa”. Sta passando o forse è ormai passata l’idea che ci vogliono le donne a tutti i costi.
“È diventata una fissazione. Le donne sono come gli uomini: se diventano qualcosa è perché se lo meritano. Se invece non è così faranno male il loro mestiere”.
Tornando al successore, si è fatto il nome – poi smentito – di Riccardo Muti, mentre Matteo Salvini ha candidato proprio lei al Quirinale. Le ha fatto piacere?
“È stato molto carino e le cose che ha detto sono di buon senso. Se io sono la persona adatta lo devono decidere coloro che voteranno…”.
Insomma, un pensierino ce lo fa?
“No, sarebbe un po’ fuori dalla realtà. Io mi atterrò al voto dei parlamentari e rappresentati regionali”.
Dalla centrifuga del toto nomi sono (ri)saltati fuori quelli di Romano Prodi e Walter Veltroni. Due strade vecchie e impercorribili?
“Personalmente sono contro i rappresentati politici qualificati in quanto spaccano il Parlamento e trasformano il Capo dello Stato in un uomo di parte, che sarà grato alla parte politica che lo ha eletto”.
I numeri del Patto del Nazareno non bastano per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Quali scenari si prospettano?
“Troveranno qualcun altro su cui appoggiarsi. Ci deve pur’essere…”.
Una sua rosa ideale? Ci dica i suoi preferiti.
"Non li ho, ma il prossimo Presidente deve essere una personalità come Luigi Einaudi".
Chi gli si avvicina di più?
"Nessuno".
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