Traffico di dossier, il filo rosso che lega Striano, Equalize e la Squadra Fiore

Roma indaga sul mercato di informazioni gestito da 007 ed ex agenti. Il caso Caputi

Traffico di dossier, il filo rosso che lega Striano, Equalize e la Squadra Fiore
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Piovono polpette avvelenate sulla Procura di Roma che deve indagare sulle (troppe) spy stories sul potenziale mercato di dossier segreti che coinvolge pezzi di intelligence ancora nell'ombra. E sullo stesso Procuratore capo Francesco Lo Voi è precipitata la notizia che, per aver iscritto nel registro delle notizie di reato mezzo governo, è ufficiosamente finito nel mirino della Procura di Perugia, che indaga a modello 45 e senza ipotesi di reato, dopo l'esposto dell'avvocato Luigi Mele contro l'altro legale Luigi Li Gotti.

Sono vicende apparentemente intrecciate che toccano un nervo sensibile del nostro Paese: i servizi segreti. A lanciare la bomba è stato ieri il Domani, in un articolo che a molti appare ben ispirato e che spezza la pax apparente tra le diverse anime della nostra intelligence dopo il delicato riassestamento interno, tra recenti e repentini addii (quello di Elisabetta Belloni, dal Dis, il dipartimento che guida Aise e Aisi) e conferme attese, come la scelta di Palazzo Chigi di mantenere il Generale di divisione dell'esercito Carlo Zontilli a vicedirettore dell'Aise.

L'innesco della bomba è nelle inchieste su ufficiali ed ex appartenenti a servizi e forze dell'ordine invischiati in vicende su cui sarà necessario dipanare velocemente responsabilità e colpe, anche per evitare di appesantire ancor di più la reputazione del tribunale capitolino, storicamente crocevia di processi i cui esiti hanno segnato la storia del Paese. A quanto risulta al Giornale il capitolo più delicato riguarda i rapporti tra la nostra intelligence e la cosiddetta «Squadra Fiore», la cui esistenza sarebbe stata rivelata da una coraggiosa inchiesta del giornalista Cristiano Gatti, di cui farebbe parte l'ex numero due del Sismi Marco Mancini (che ovviamente nega), nome in codice «doppio Mike», già finito suo malgrado nella mai fin troppo chiarita vicenda dell'incontro in autogrill con Matteo Renzi alla vigilia della fine del governo giallorosso di Giuseppe Conte. L'ipotesi cui starebbero lavorando i Ros dei carabinieri è che questo sodalizio sarebbe una sorta di agenzia di spioni parallela alla Equalize milanese di proprietà dell'ex presidente (autosospeso) di fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, dell'ex superpoliziotto antimafia Carmine Gallo e dell'hacker Samuele Calamucci, scoperta anche grazie alle «soffiate» agli inquirenti di quest'ultimo, una volta che avrebbe scoperto di dover giocare una partita più grande di lui quando si è trovato a lavorare per Leonardo Maria del Vecchio, su cui indagava la «concorrenza».

L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Pesci, sfiora naturalmente anche il filone milanese e che vede proprio in Calamucci e Gallo i primi indagati per associazione a delinquere, accesso abusivo a sistema informatico, intercettazioni illegali, corruzione, dopo l'interrogatorio che gli inquirenti della Capitale hanno avuto sotto la Madonnina. Tra i nomi ci sarebbero anche uomini che hanno avuto la divisa, vedi l'ex 007 Rosario. Secondo l'ipotesi, Equalize era la costola «privata» della Squadra Fiore, in cui confluivano le diverse banche dati a cui gli agenti avevano accesso, anche con password riservate, da remoto, o peggio ancora della manutenzione.

Ma ci sono almeno altri quattro filoni: l'indagine su Sogei; il fascicolo su chi avrebbe cercato di perquisire l'auto di Giuseppe Giambruno, ex di Giorgia Meloni; le indagini interne all'Aise su Gaetano Caputi, il capo di gabinetto del premier; il fascicolo su Pasquale Striano e l'ex pm Antimafia Antonio Laudati, arrivato da poco da Perugia. Anche dietro il pasticcio della mancata consegna di Almasri alla Corte penale internazionale ci sarebbero i tentacoli dei nostri servizi, spaventati dalle ritorsioni che il suo arresto avrebbe potuto scatenare contro i nostri connazionali in Libia, il personale consolare, i pozzi petroliferi. Ma questa è un'altra storia.

A finire nel tritacarne del Domani è il vicedirettore dell'Aisi Carlo De Donno (non indagato), già capocentro a Milano e sfiorato dall'ipotesi che sia in qualche modo legato a Gallo e Pazzali.

Si parla degli anni in cui all'Aisi c'era Mario Parente e il suo braccio destro Giuseppe Del Deo, ultimo mohicano rimasto dopo la parentesi Conte grazie ai suoi ottimi rapporti con il ministro della Difesa Guido Crosetto, il cui dossieraggio è stato al centro dell'indagine sui giornalisti del Domani, nella quale è finita accidentalmente la velina sulle indagini nei confronti di Caputi, che doveva restare segreta, partite proprio da Del Deo tra gennaio e settembre 2023. C'è un filo rosso che lega Striano, Gallo, la Squadra Fiore e Sogei? Le indagini sono appena iniziate e si annunciato tutte in salita.

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