Morti nei cantieri e nelle aziende del Belpaese, morti bianche: una terribile piaga che non si chiude, un dolore che al massimo si può attenuare, ma non è stato così l'anno appena finito. Tragedie che aprono pure il 2018. L'ultima della serie proprio ieri.
Nel pomeriggio un caso a Milano, dove in un incidente avvenuto durante l'orario di lavoro - stavolta in un'azienda che produce lamine in acciaio e titanio che si trova nella zona periferica di Greco - sono rimasti a terra sei operai. Per tre di loro non c'è stato niente da fare, sono deceduti in ospedale, un altro è gravissimo e due si salveranno.
I momenti della tragedia. L'allarme sanitario è scattato alle ore 16.50, subito sul luogo l'arrivo in forze degli soccorsi del 118 e dei vigili del fuoco chiamati per dei dipendenti «privi di senso», privi di senso. Secondo quanto ricostruito nell'immediato dai carabinieri gli operai vittime hanno respirato gas durante le operazioni di pulizia di un forno interrato di circa due metri di profondità. Tutti trasportati in diversi ospedali della città: uno al Santa Rita; un altro operaio in codice rosso al Sacco, un altro ancora al San Raffaele e gli altri due all'ospedale di Monza. I casi più gravi erano già in una fase di arresto cardiaco e sono morti. L'operaio trasportati al Santa Rita sembrava meno gravi, ma poi le sue condizioni sono precipitate. Durante i soccorsi è rimasto intossicato anche un vigile del fuoco poi ricoverato in codice giallo al Niguarda.
La magistratura si occuperà del caso: le indagini dovranno chiarire esattamente che cosa è successo, come mai un posto di lavoro si è trasformato in un luogo dove i lavoratori hanno trovato una tragica morte.
Molte le domande a cui dare una risposta, molte logicamente relative ai livelli di sicurezza che devono essere garantiti. L'azienda milanese coinvolta si chiama Lamina Spa, opera nel suo settore dall'inizio degli anni Cinquanta. Ma storia ed esperienze a quanto pare non sempre bastano. Lo dimostrano anche i dati, in generale. Il pericolo-incidenti sul posto di lavoro è sempre «in agguato». Anzi, stando alle statistiche «cresce». Già ieri sera le condoglianze del premier Gentiloni: «Lo Stato è vicino a lutto e al dolore delle famiglie delle vittime».
La situazione resta allarmante secondo le cifre fornire ultimamente da esperti e studiosi: 421.969 gli eventi denunciati (dati sino ad agosto), +1,2% rispetto al 2016. Ma soprattutto 682 infortuni mortali denunciati, +4,7%. La denuncia mesi fa è arrivata dall'Anmil, che è l'associazione per le vittime degli infortuni sul lavoro che ha fornito il preoccupante quadro celebrando la 67esima giornata nazionale.
La preoccupazione per l'aumento infortunistico - è stato spiegato dagli addetti ai lavori - è dettata soprattutto dal fatto che a determinarlo sono stati i comparti industria e servizi (2%) e Conto stato dipendenti (3,3%).Sulla questione è intervenuto mesi or sono anche presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sottolineare come sia «inconcepibile» registrare tutte queste morti sul lavoro, «specialmente tra i giovanissimi».
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