Tre arresti per la rapina in gioielleria

Presi i complici del bandito ucciso. Quattro i colpi esplosi da Corcione

Tre arresti per la rapina in gioielleria

Napoli Svolta nell'inchiesta sull'omicidio di Raffaele Ottaiano, il rapinatore ammazzato sabato sera a Frattamaggiore (Napoli) dal gioielliere Luigi Corcione. Il pm della Procura di Napoli Nord, lo stesso che ha indagato il commerciante per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa, ha sottoposto a fermo i tre complici della vittima. Un quarto bandito, Luigi Lauro di 28 anni, era stato arrestato da un ispettore libero dal servizio la sera stessa dell'assalto all'oreficeria di Via Durante. Uno dei fermati è stato ferito a un braccio probabilmente nel corso del conflitto a fuoco col commerciante. Complessivamente sono stati in quattro ad agire, più una quinta persona, un «palo», che ha consentito l'ingresso nella gioielleria. Due dei fermati hanno confessato al magistrato nel corso dell'interrogatorio avvenuto ieri notte nella caserma dell'Arma di Caivano. Nei confronti del terzo, i gravi indizi di colpevolezza sono emersi a seguito di perquisizione domiciliare che ha permesso di recuperare un giubbino e un paio di scarpe utilizzate, secondo un video di una telecamera di sicurezza, nel corso del raid. Gli inquirenti si attendono risposte importanti soprattutto dagli esami balistici, più che dall'autopsia che dovrebbe tenersi tra oggi e domani: c'è da capire se anche i banditi abbiano fatto fuoco, circostanza non ancora emersa ma raccontata da alcuni testimoni. Di certo Corcione ha sparato almeno 4 volte, colpendo Ottaiano e un secondo bandito, che è poi riuscito a fuggire per poco più di settantadue ore.

Corcione, intanto, è in attesa di interrogatorio. E, secondo il suo legale Luigi Ferrante, «porta i segni di una esperienza drammatica». Il commerciante è intervenuto, ha spiegato il penalista, «vista l'irruzione e l'aggressione alla donna e ai ragazzini nel negozio (tramite le telecamere collocate nella sua abitazione, adiacente alla gioielleria)» e «si è trovato in una situazione di concreto e attuale pericolo di vita».

La sorella di Ottaiano, Fatima, ha pubblicato e cancellato un post su Facebook in cui ha augurato la morte all'uomo che ha ucciso il fratello, «morto da eroe» secondo il commento lasciato sul social network da un amico di famiglia. Mentre il padre di lui, Eugenio Ottaiano, intervistato da Fanpage.it, ha chiesto che venga fatto giustizia. «So mio figlio che cosa ha fatto ha detto il genitore ma non si può finire così a 26 anni». È tutta l'area nord di Napoli, però, a rivelarsi ingestibile dal punto di vista dell'ordine pubblico. Ieri, un uomo è stato arrestato perché, fingendo un incidente stradale, cercava di stuprare le donne che si fermavano a soccorrerlo.

«La richiesta al Prefetto di maggiore sicurezza nell'area, avanzata da Istituzioni e cittadini, è giusta ha commentato il presidente jr delle Pmi napoletane, Raffaele Marrone ma deve rappresentare una soluzione strutturale e non episodica». «Un territorio non può svilupparsi, dal punto di vista occupazionale e imprenditoriale, se ha paura».

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