La linea dura di Trieste sui cortei No Pass fa scuola da Novara a Pordenone, ma le armi sono spuntate, compreso il divieto di arrivare nei salotti buoni delle città. E un provvedimento è arrivato in serata: la Questura di Roma ha emesso un foglio di via obbligatorio con divieto di soggiorno per un anno a Roma per Stefano Puzzer, portuale a capo della protesta no green pass, arrivato ieri nella Capitale. Puzzer dovrà lasciare Roma entro le 21 di oggi.
Il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, ha riunito ieri i sindaci del capoluogo giuliano, Udine, Pordenone e Gorizia e il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia. L'obiettivo era trovare una linea comune nei confronti della manifestazioni con ordinanze che arginino i cortei e gli assembramenti. «Le norme lasciano pochi margini di manovra. Di fatto non si possono proibire le manifestazioni. Puoi chiudere il centro ed è già previsto dai decreti legge l'uso di mascherine e distanziamenti in caso di assembramenti, ma se qualcuno non rispetta le regole alla fine verrà sanzionato e non è facilissimo farlo» spiega al Giornale chi conosce i contenuti della riunione. Si è parlato anche di imporre degli steward agli organizzatori per far rispettare le norme anti Covid. Il primo cittadino di Pordenone, Alessandro Ciriani, consapevole che «ordinanze di divieto a manifestare verrebbero impugnate al Tar» sta studiando un sistema per evitare i cortei in centro periodo degli eventi natalizi.
Ieri è stato pubblicato il decreto del prefetto Valenti, che chiude ai No Pass piazza Unità d'Italia «in via sperimentale fino al 31 dicembre». Nel decreto si fa riferimento alle «recenti manifestazioni di protesta» che si «sono svolte in piazza creando situazioni di criticità per l'ordine e la sicurezza pubblica». Il nocciolo originario della protesta, il Coordinamento No Pass fondato dagli antagonisti di sinistra, ha indetto un nuovo corteo «regionale» sabato prossimo. Il ritrovo è in piazza Libertà a un solo chilometro lungo le ampie rive dal centro vietato dal prefetto.
Il 28 ottobre 8mila persone, sfilate nell'ultimo corteo No Pass, non avrebbero dovuto raggiungere piazza Unità. Un cordone di carabinieri si è schierato per fermarli, proprio sulle rive, ma lasciando liberi i marciapiedi di lato. Così i manifestanti hanno beffato le forze dell'ordine aggirandole e proseguendo tranquillamente verso piazza Unità. Il percorso di sabato non è ancora noto. «Stanno provando di nuovo a delegittimarci - spiegano gli organizzatori sui social -: accusano che i nostri cortei, passeggiate all'aperto, sono all'origine del focolai, ci pare l'ennesima sponda sanitaria alla repressione del dissenso!». Stefano Puzzer, il portuale triestino è a Roma in piazza del Popolo con un tavolino e alcune sedie intestate al Papa, Draghi, Usa, Russia e Comunità europea. «Aspetterò che venga a parlarmi qualcuno - sostiene - Il mio intento è far capire che non molliamo». E invece è arrivato l'obbligo di andare via. Intanto la petizione della maggioranza silenziosa Sì Pass ha raccolto ieri sera oltre 40mila firme.
Anche a Novara si stanno studiando delle limitazioni ai cortei dopo l'indecente sfilata di un gruppo di manifestanti vestiti da deportati ebrei ad Auschwitz. «Visto il clima che si è creato e le reazioni di sdegno dei cittadini ritengo sia da valutare l'opportunità di concedere l'autorizzazione a un' altra manifestazione» ha spiegato il sindaco Alessandro Canelli.
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