La Rai zittisce Bianca Berlinguer perché ospita troppi commentatori filo-putiniani? È questa la voce che circola da giorni e rimbalza su giornali e social. Secondo le indiscrezioni, l'ad Carlo Fuortes vorrebbe togliere «Carta Bianca» dai palinsesti della prossima stagione o cambiarne la conduzione. Scopo: mettere la sordina a chi esce troppo dalle linee guida governative, «draghiane», in primo luogo sulla guerra. Con la scusa di evitare le risse, il pollaio, si vorrebbe limitare lo spazio dato a «ribelli» come il professor Alessandro Orsini, ospite fisso e super contestato di «Carta Bianca» o a giornalisti russi come Nadana Fridrikhson. Notizie che hanno immediatamente trasformato la conduttrice in una vittima della «censura», con l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ammonisce: «Giù le mani da quella trasmissione» e pure Adriano Celentano che scende in campo su Instagram («Una notizia direi scioccante, che stronca le ginocchia della nostra democrazia»).
In realtà, allo stato attuale della situazione, non è ancora certa la chiusura di «Carta Bianca», nel senso che il talk andrà avanti fino a fine stagione a giugno, come previsto. Si deciderà nei prossimi giorni se tornerà a settembre: tra la giornalista e i vertici Rai è in corso un braccio di ferro. Le era stato offerto di prendere in mano lo spazio di approfondimento in seconda serata sul primo canale (che era della Maggioni), cosa a lei però non gradita. Sarebbe stata lei stessa invece a proporre di condurre una striscia quotidiana pomeridiana, alle 18,30, sempre su Raitre. Ma di «strisce» così ce ne sarebbero troppe, visto che si è deciso di affidarne una alle 20,35 a Marco Damilano (scelta che ha suscitato un altro grande vespaio). Certo è che, se tornerà in autunno, dovrà dare una linea diversa al suo talk per evitare degenerazioni come quello della famosa «gallina» di Mauro Corona (allontanato dal programma e poi perdonato dopo molti mesi) o incidenti come il mancato contratto a Orsini, prima deciso dalla giornalista e poi stracciato da Fuortes.
Da viale Mazzini si fa sapere che la linea è quella tracciata dall'ad in Commissione vigilanza qualche giorno fa secondo cui «il format televisivo dei talk in un'azienda che fa servizio pubblico credo non sia ideale per un approfondimento giornalistico. Credo sia più adatto all'intrattenimento su temi più leggeri». Parole da cui è stata dedotta la scure su «Carta Bianca». Insomma la linea giusta sarebbe quella di programmi come «Presa diretta» o «Nemo» (in onda anni fa su Raidue). Staremo a vedere, anche perché ne abbiamo visti di approfondimenti in stile Bbc, partiti con intenti alti e finiti presto sotto la scure dell'Auditel. Basta ricordare quel «Politics» durato poche puntate.
Intanto, comunque, cominciano le prove per tentare di «superare» il talk: a giugno, al posto di «Carta Bianca» - solo per la stagione estiva - arriva un nuovo talk con Giorgio Zanchini (conduttore dell'amato programma radiofonico «Radio Anch'io» e di «Quante Storie»), che viene indicato come possibile sostituto di Bianca da settembre, in caso lei lasci. Con lui anche Roberta Rei.
Poi per l'autunno è previsto lo sbarco di Ilaria D'Amico su Raidue: a lei il compito di trovare una nuova formula dove tanti hanno fallito dopo l'addio di Santoro (l'unico che ci riuscì fu Nicola Porro con «Virus»). Il modello è «Nemo». Altro addio dovrebbe essere quello di Luisella Costamagna che lascerà «Agorà» (programma del mattino di Raitre) a Giorgia Rombolà in estate e a Monica Giandotti in autunno.
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