Truffa all'Inps, la Cisl nel mirino. Dirigenti indagati per false assunzioni

I pm di Milano sequestrano 600mila euro al sindacato. Le prime denunce nel 2016. Un sistema di malcostume collaudato

Truffa all'Inps, la Cisl nel mirino. Dirigenti indagati per false assunzioni

C'è quello che quando gli chiedono qualche nome dei colleghi con cui dice di avere lavorato per mesi non se ne ricorda nemmeno uno. C'è l'altro che quando la Guardia di finanza gli domanda se abbia mai messo davvero piede nell'azienda di cui risultava dipendente, semplicemente si rifiuta di rispondere. Sfilano davanti alle «fiamme gialle» i funzionari della Cisl milanese, il sindacato investito dall'indagine della Procura che per la prima volta mette nel mirino un meccanismo che da decenni permette alle organizzazioni dei lavoratori di mantenere il proprio apparato a spese dell'Inps. Contributi figurativi per centinaia di migliaia di euro sono stati accreditati a favore di sindacalisti che risultavano in distacco da aziende grandi e piccole, ma che in realtà non vi avevano lavorato neanche un'ora, ed erano stati assunti solo per consentire alla Cisl di non versare i contributi previdenziali per i propri funzionari.

Nei giorni scorsi, su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pm Paolo Storari, sono stati sequestrati oltre seicentomila euro sui conti correnti della Cisl e delle sue sigle di categoria (metalmeccanici, tessili, chimico-farmaceutici, commercio: quasi l'intera organizzazione) coinvolte nella truffa all'Inps. Dieci dirigenti ed ex dirigenti cislini sono indagati, insieme a loro anche due dei dirigenti aziendali che si prestavano all'imbroglio. Ed è una inchiesta potenzialmente devastante, perché, come dice uno dei manager privati interrogati dalla Finanza, «è una modalità diffusa, l'assunzione di un sindacalista perché lo stesso possa continuare a esercitare il mandato con una copertura contributiva». Una «modalità diffusa» non certo nella sola Cisl, che è finita per prima nel mirino solo perché durante un'altra indagine i finanzieri milanesi sono inciampati in assunzioni talmente singolari da allarmarli. E perché, poco dopo l'inizio dell'inchiesta, un dirigente della stessa Cisl ha scelto di collaborare con gli inquirenti: Giuseppe Foti, ex segretario generale della Fisascat, la sigla Cisl per commercio e turismo, che ha detto di avere scoperto, dopo avere assunto la carica, «una serie di situazioni che non mi sono piaciute e che mi hanno fatto riflettere sul lasciare l'incarico»: e ha descritto nei dettagli il sistema delle assunzioni di comodo. Un sistema che Foti spiega di avere denunciato già nel 2016 alla Procura di Milano, che però decise di archiviare l'indagine: Foti cercò di opporsi, ma senza risultati.

Ora invece la Procura cambia linea, e decide che la truffa all'Inps - cioè allo Stato - è evidente. Nelle carte ci sono le ammissioni di sindacalisti che confessano «specifico di non avere mai effettuato un giorno di lavoro presso la citata società», o di quelli che giurano di avere provato a protestare con i propri leader per l'assunzione fasulla, e di essersi sentiti rispondere «al momento questo è l'unico modo per continuare a lavorare qui». Ma oltre alla truffa, l'inchiesta solleva un altro scenario: perché le aziende si prestavano a fare queste «cortesie» al sindacato, in teoria loro avversario? Nelle carte c'è la storia surreale di una grossa azienda farmaceutica, la Formenti, che accetta di assumere il sindacalista Cisl di zona, che «aveva esplicitato la necessità di ottenere l'assunzione presso la nostra azienda al fine di mantenere la continuità contributiva». Un impiegato destinato a non mettere mai piedi in azienda viene assunto chissà perché anche dal colosso Maire Tecnimont, quotato in Borsa: che ieri non risponde a chi chiede di spiegare la decisione.

In teoria non sono reati, ma il giudice che convalida i sequestri ricorda l'articolo dello Statuto dei lavoratori che punisce i «sindacati di comodo»: «È fatto divieto ai datori di lavoro di costituire o sostenere, con mezzi finanziari o altrimenti, associazioni sindacali di lavoratori».

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