Trump in arresto a Miami. Ma lui: "Non sono colpevole"

Il caso delle carte top secret ritrovate a Mar-a-Lago. Attacco sui social al procuratore Smith: "Delinquente"

Trump in arresto a Miami. Ma lui: "Non sono colpevole"
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Donald Trump compare per la prima volta al tribunale di Miami nello storico procedimento penale in cui è accusato di aver portato via dalla Casa Bianca documenti top secret e di aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale. Ieri pomeriggio, mentre centinaia di sostenitori lo attendevano all'esterno dell'edificio, il tycoon ha fatto il suo ingresso in aula per la lettura dei 37 capi di imputazione contro di lui, alcuni in base all'Espionage Act per non aver consegnato alle autorità competenti file classificati e averli portati nella sua residenza privata di Mar-a-Lago, in Florida.

Per la prima volta nella storia Usa un ex presidente è alla sbarra per aver messo in pericolo il Paese che era stato eletto a difendere. Si tratta infatti di accuse federali, ben più gravi di quelle per i pagamenti alla pornostar Stormy Daniels. Niente manette e nessuna foto segnaletica per The Donald, ufficialmente messo in stato di arresto prima di essere rilasciato. A presiedere l'udienza preliminare in una città blindata per il timore di scontri è stato il magistrato Jonathan Goodman e non la giudice distrettuale Aileen Cannon, nominata proprio dal tycoon, che resta comunque in prima linea per il caso. Trump ha dichiarato la sua innocenza sui social e nei comizi durante tutto il fine settimana, e ha ribadito la stessa posizione in aula (dove erano vietate telecamere, smartphone e computer), definendosi «non colpevole». A poche ore dalla comparizione, invece, era tornato ad attaccare il procuratore speciale Jack Smith su Truth chiamandolo «delinquente, un pazzo della destra radicale e un Trump Hater, come lo sono tutti i suoi amici e la sua famiglia». Quanto al dipartimento di Giustizia, lo ha accusato di «essere corrotto, nelle mani di Joe Biden, e di aver messo apposta le carte negli scatoloni». Secondo indiscrezioni i legali dell'ex presidente puntano su due linee di difesa: una relativa al suo potere di desecretare i documenti, l'altra che guarda invece avanti, ovvero alle elezioni del 2024, per le quali è avanti in tutti i sondaggi.

La città della Florida ha atteso l'arrivo di Trump con un imponente schieramento di forze dell'ordine intorno al tribunale federale: centinaia di poliziotti erano in allerta già da lunedì per il timore di proteste violente, e a decine di agenti dell'Fbi è stato chiesto di mantenere alta la guardia al di là di Miami per paura di incidenti o attacchi altrove nel Paese. Anche perché gli stessi consiglieri dell'ex comandante in capo avevano confidato di essere preoccupati che la manifestazione prevista fuori dal palazzo di giustizia potesse esplodere in episodi violenti. «Ci sarà un disastro - ha anticipato un assistente di Trump al Daily Beast - Persone che si presentano e non vogliono essere pacifiche». A Miami ci sono molti più trumpiani rispetto a New York, oltre a quelli che potrebbero marciare sulla città, come gli estremisti Proud Boys, protagonisti dell'insurrezione del 6 gennaio. Il secret service avrebbe voluto transennare tutta l'area attorno al tribunale e mettere la corte in lockdown, ma la polizia locale non ha dato il via libera.

Intanto, se molti conservatori difendono Trump a spada tratta osservando come il suo caso sia simile a quello di Biden e alle email di Hillary Clinton nel 2016, altri iniziano a dubitare della sua eleggibilità. Al di là dell'ampio sostegno fra il pubblico, il Grand Old Party è preoccupato dalla possibilità che le molteplici battaglie legali del tycoon penalizzino i repubblicani alle urne. «Un secondo mandato di Donald Trump sarebbe peggio del primo», ha commentato l'ex governatore del New Jersey Chris Christie, candidato Gop alle elezioni Usa 2024. In generale, tuttavia, la scelta dei leader repubblicani, e di quasi tutti i suoi rivali alle primarie, è quella di difendere senza riserve l'ex presidente, proprio come avvenuto dopo l'incriminazione di aprile a New York.

Atteggiamento che ha aiutato Trump ad aumentare il suo vantaggio nei sondaggi sugli avversari di partito e a riguadagnare quella presa sulla base elettorale che si era indebolita dopo i deludenti risultati alle elezioni di Midterm del novembre 2022.

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