New York - Donald Trump prosegue senza freni la sua «battaglia» a colpi di tweet. Il presidente americano riafferma la necessità del divieto di viaggio per i cittadini provenienti da alcuni paesi a maggioranza islamica verso gli Stati Uniti, critica il suo stesso Dipartimento di Giustizia per aver presentato una versione troppo blanda del bando (per ora bloccato) e rilancia la polemica tra le due sponde dell'Atlantico con il sindaco di Londra Sadiq Khan.
A 48 ore dall'attacco nella città britannica, il Commander in Chief Usa ribadisce nuovamente, con forza, la sua posizione sulla lotta al terrorismo, e nella ormai consueta raffica di cinguettii mattutini insiste sul bisogno del «travel ban»: «La gente, gli avvocati ed i tribunali possono chiamarlo come vogliono, ma io lo chiamo come dobbiamo chiamarlo, e com'è, un bando ai viaggi». Poi si rivolge al Dipartimento di Giustizia che «dovrebbe chiedere un'udienza accelerata sulla versione annacquata dell'ordine esecutivo davanti alla Corte Suprema, oltre a cercare una versione molto più dura». In ogni caso, bisogna «eseguire controlli estremi sulle persone che arrivano negli Usa... I tribunali sono lenti e politicizzati». Sul tema dell'estremismo islamico, The Donald torna anche nel suo intervento al gala annuale del Ford Theatre a Washington, dove si commemora la figura di Abramo Lincoln. E sottolinea la sua «determinazione, più forte che mai, a proteggere l'America e i suoi alleati da un nemico codardo che ha dichiarato guerra alla vita innocente, da troppo tempo». «Questo spargimento di sangue deve finire e finirà», tuona Trump, assicurando che da presidente farà «tutto il necessario per impedire che questa minaccia si estenda fino alle nostre sponde». Il tycoon rimarca di aver chiamato la premier britannica Theresa May per «esprimere il nostro incrollabile sostegno», e promette che gli Usa faranno tutto il possibile per «portare i colpevoli davanti alla giustizia». Poi, però, torna ad attaccare a suon di tweet Khan, reo a suo parere di sottovalutare il pericolo. «Patetica scusa del sindaco di Londra, che doveva pensare velocemente alla sua affermazione sul motivo per non essere allarmati», dice, riferendosi alla «non risposta» del primo cittadino musulmano di origine pachistana, il quale si era detto troppo impegnato per reagire alle accuse. Questa volta, invece, Khan risponde a tono, affermando che Trump «non riuscirà a dividere le nostre comunità».
Anche il sindaco di New York Bill de Blasio si unisce al coro di critiche: «Il sindaco Khan sta facendo un lavoro straordinario nel sostenere i londinesi. L'attacco del presidente è inaccettabile». Intanto Trump procede con la sua agenda, e annuncia dalla Casa Bianca la riforma del settore del controllo aereo, grazie alla quale oltre 30mila addetti finora dipendenti dalle autorità federali vengono privatizzati, sul modello già esistente in Canada e nel Regno Unito.
«I tentativi di Barack Obama di mettere ordine al settore sono falliti - chiosa Trump - e l'attuale sistema ci costa miliardi di dollari. Il nostro piano invece ci farà risparmiare e renderà i voli più puntuali». Questo, assicura, «è l'inizio di una nuova grande era per l'aviazione americana, la stiamo portando nel futuro».
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