Trump si gode lo spettacolo e tifa per le gaffe. Sfida al rivale: "Facciamo i test cognitivi"

La corsa contro il presidente in difficoltà è un vantaggio. "Io sono perfetto". E si prepara a sfoderare la carta Melania

Trump si gode lo spettacolo e tifa per le gaffe. Sfida al rivale: "Facciamo i test cognitivi"
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Fino a ieri The Donald ha tenuto la bocca cucita e intanto se la rideva. L'unico suo accenno alle gaffe del confuso presidente in carica è uno stringato e istrionico «Buon lavoro, Joe! Complimenti!» lanciato su «Truth Social», il social network di sua proprietà. Poi non ce l'ha fatta. E pur ammettendo che la conferenza stampa del presidente «non è stata un disastro», ha proposto a Joe Biden di sottoporsi insieme a lui a dei test cognitivi, spiegando di averli fatti lui stesso, di routine, e di «essere perfetto». Eppure Trump sa bene, da sveglio e pratico uomo d'affari, che la sua vera opportunità non è infierire sull'avversario, aumentando le possibilità di un suo ritiro, ma far di tutto perché il Partito Democratico gli consenta di arrivare al voto di novembre. A quel punto, la scelta degli elettori non sarebbe più tra il rappresentante dei Repubblicani e quello dei Democratici, ma tra un Presidente sulla soglia della demenza senile e uno sfidante capace, se non altro, di articolare un discorso pubblico. L'eventualità - prospettata all'interno di un sondaggio Abc News/Washington Post/Ipsos condotto online tra il 5 ed il 9 luglio - dimostra che, se il metro per servire come presidente fosse quello delle capacità mentali, il 44% degli intervistati voterebbe Trump mentre solo il 14% confermerebbe 14% Biden. Stando allo stesso rilevamento, il 67% degli interpellati pensa che l'inquilino dello Studio Ovale farebbe meglio a ritirarsi. Ma quei due risultati fanno in verità poco testo. Paradossalmente, nelle parti in cui non si accenna allo stato mentale dei contendenti, la situazione è di sostanziale pareggio. Se le elezioni si svolgessero oggi, gli americani si dividono 46% a 47% tra Biden e Trump, un risultato quasi identico al 44% a 46% del sondaggio Abc/Ipsos di aprile. E se la stessa domanda viene posta agli elettori già registrati nella liste elettorali salta fuori addirittura un pareggio sul 46% per entrambi.

La vera differenza potrebbe farla, invece, la vice presidente Kamala Harris. Se dovesse sostituire Biden, la partita si ribalterebbe e la candidata democratica vincerebbe con il 49% dei voti contro il 46%, anche se Trump sostiene che sarebbe «più facile da battere». Ma proprio la disomogeneità di questi risultati ci fa capire quanto la partita sia aperta. E quanto i giochi siano imprevedibili. Proprio per questo The Donald sta cercando di rimettere in gioco la moglie Melania scomparsa dalla scena pubblica e matrimoniale sin dalla fine del suo mandato. Secondo alcune indiscrezioni rilanciate dall'Associated Press, l'ex-first lady americana parteciperà alla Convention nazionale repubblicana della prossima settimana a Milwaukee. Ma non è chiaro se pronuncerà un discorso o si limiterà a un ruolo puramente formale. Nel tentativo di riportare sul proscenio elettorale una moglie, che già in passato gli garantì voti preziosi, Trump sta tentando di cancellare la condanna subita nel cosiddetto processo Stormy Daniels.

Come si ricorderà, l'ex-presidente era stato condannato da un giudice di New York per aver falsificato i documenti finanziari da cui risultava aver pagato la pornostar Stormy Daniels per insabbiare la loro relazione. Ora i legali di The Donald chiedono alla corte di Manhattan la cancellazione del verdetto in base alla sentenza della Corte Suprema, che riconosce a Trump l'immunità per le azioni compiute da presidente.

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