Trump la spunta con Kiev. Si avvicina la firma all'intesa sulle terre rare

Nella notte il discorso sullo stato dell'Unione. L'incontro alla Casa Bianca sarebbe alle spalle

Trump la spunta con Kiev. Si avvicina la firma all'intesa sulle terre rare
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Volodymyr Zelensky cerca di ricomporre la frattura con gli Usa dicendo di essere «pronto» alla pace, ma Donald Trump al momento nicchia nel disinnescare l'escalation diplomatica con cui punta a spingere l'Ucraina ad accettare i colloqui con la Russia. Allo stesso tempo, tuttavia, fonti informate rivelano che Washington e Kiev avrebbero in programma di firmare l'accordo sui minerali saltato dopo il disastroso incontro nello Studio Ovale, pur se la situazione è estremamente delicata e potrebbe cambiare sino all'ultimo secondo. Fino a quando il presidente americano non avrà assodato la buona fede dell'impegno di Zelensky per la pace, in ogni caso, ha dato ordine al capo del Pentagono di mettere in pausa tutti gli attuali aiuti militari al Paese.

Il congelamento, rivelato dai media Usa citando funzionari della Casa Bianca, riguarda gli equipaggiamenti che non sono al momento in Ucraina, incluse le armi in transito (munizioni, veicoli e altre attrezzature, comprese le spedizioni concordate quando Joe Biden era presidente), e ha lasciato Kiev sotto shock. A spingere il tycoon a prendere la decisione sarebbero state in parte le parole pronunciate da Zelensky domenica, quando ha detto che la fine della guerra «è ancora molto, molto lontana». Affermazioni a cui The Donald ha risposto subito su Truth dicendo: «Questa è la peggiore dichiarazione che avrebbe potuto fare, e l'America non la sopporterà ancora per molto».

Il dossier ucraino, insieme a dazi, immigrazione e tagli al governo federale è stato al centro del discorso che il comandante in capo ha pronunciato ieri sera davanti al Congresso a Camere riunite, il primo dal suo ritorno nello Studio Ovale. Ma a poche ore dall'appuntamento, Trump ancora non si era pronunciato ufficialmente sullo stop temporaneo agli aiuti, e il collega ucraino ha indirizzato i suoi alti funzionari a chiedere notizie certe alle controparti americane, dicendo che «la gente non dovrebbe essere costretta a indovinare».

Il vice presidente JD Vance intanto, in un'intervista a Fox ha spiegato che Trump sarà pronto a nuovi colloqui con Zelensky quando quest'ultimo mostrerà il suo vero impegno a risolvere il conflitto con la Russia. «Certo, la porta è aperta - ha sottolineato - quando sarà disposto a parlare seriamente di pace». Mentre il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha ribadito che «vogliamo portare i russi al tavolo delle trattative. Vogliamo esplorare se la pace è possibile. Il presidente Trump è l'unico leader al mondo in questo momento che ha anche una sola possibilità di porre fine in modo duraturo alla guerra in Ucraina».

La brusca virata verso la Russia da parte dell'attuale amministrazione Usa potrebbe rappresentare il più deciso cambiamento geopolitico degli Stati Uniti da generazioni. Le mosse di Trump hanno sconvolto i democratici, mentre finora hanno suscitato poca o nessuna resistenza da parte dei leader repubblicani in Congresso.

«Congelando gli aiuti militari a Kiev - ha affermato la senatrice Jeanne Shaheen, la più importante dem della Commissione per le relazioni estere del Senato - il presidente ha spalancato la porta a Putin per intensificare la sua violenta aggressione contro ucraini innocenti».

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