New York Una «guerra politica», che Donald Trump è pronto a combattere. La «bomba» lanciata da Nancy Pelosi con l'annuncio dell'avvio di una inchiesta formale di impeachment per il presidente americano irrompe nella campagna elettorale di Usa 2020, e anche nell'agenda internazionale del tycoon, che si trova a New York per partecipare con gli altri leader mondiali alla 74esima Assemblea Generale dell'Onu. La speaker della Camera, terza carica dello stato, ha rotto gli indugi dopo mesi di resistenze, spinta dalle insistenze di parte del partito democratico, che le chiedeva di agire già in relazione all'inchiesta di Robert Mueller sul Russiagate. In quel caso aveva ritenuto che la mossa potesse essere controproducente per i dem, ma ora, di fronte al caso Ucraina e all'ammissione di Trump di aver fatto pressioni su Kiev per indagare il figlio di Joe Biden, ha deciso di agire.
Il Commander in Chief è accusato di aver cercato di «arruolare» un governo straniero al fine di colpire il suo più probabile avversario alle urne, l'ex vice presidente Biden, e anche di non aver voluto collaborare con il Congresso che chiedeva chiarezza sulla telefonata del luglio scorso al neo leader ucraino Voldymyr Zelensky. «Questa è una guerra politica», afferma Trump da New York, poco prima del bilaterale proprio con Zelensky a margine dell'Assemblea Onu. Il presidente ieri mattina ha pubblicato la trascrizione del colloquio con il collega ucraino, nel quale gli chiese di contattare il ministro della Giustizia Usa, William Barr (che il Dipartimento, tuttavia, non sapeva di essere stato tirato in ballo), per discutere la possibile apertura di un'indagine per corruzione su Biden e suo figlio. «Fammi questo favore. Qualunque cosa puoi fare è molto importante che tu la faccia, se è possibile», affermò The Donald, il quale chiese a Zelensky di contattare anche il suo legale personale Rudolph Giuliani. Dalle cinque pagine rese note, però, non viene legata esplicitamente la richiesta di indagini alla questione degli aiuti di Washington all'Ucraina. «Nessuna pressione - chiosa Trump - sono solo fake news, è la peggiore caccia alle streghe della storia Usa». «Nessun presidente americano è stato mai trattato male come me», scrive poi su Twitter, accusando i democratici di seminare «odio e paura». «Dovranno chiedere scusa dopo aver letto i contenuti della mia telefonata, lo faranno?», continua, ribadendo che il colloquio è stato «perfetto». «Il presidente degli Stati Uniti ha tradito il nostro paese, è un pericolo chiaro a tutto ciò che ci rende forti e al sicuro. Sostengo l'impeachment», attacca Hillary Clinton, l'ex candidata alla Casa Bianca sconfitta pesantemente proprio da Trump nel 2016. Il cui marito, Bill Clinton, è stato il secondo presidente nei confronti dei quali è stata in passato avviata la procedura (il primo fu Andrew Johnson, mentre Richard Nixon si dimise prima).
I membri del Congresso, intanto, indagano per appurare se dopo il colloquio Trump fece ancora pressioni per riaprire l'inchiesta su Biden e il figlio. E Pennsylvania Avenue - secondo fonti dell'amministrazione - entro la fine della settimana dovrebbe consegnare anche la denuncia dell'informatore che ha segnalato la telefonata del presidente a Zelensky e il relativo rapporto dell'ispettore generale.
Secondo quanto afferma il New York Times, il direttore nazionale dell'intelligence Usa e l'ispettore generale della comunità di intelligence riferirono subito della denuncia fatta dall'informatore. Il Dipartimento della Giustizia visionò la questione e concluse che non c'erano i presupposti per aprire un'indagine penale sul comportamento del presidente, non rilevando alcuna violazione.
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