Tutto on line? Una rivoluzione ancora lontana

Tutto on line? Una rivoluzione ancora lontana

L' Italia della carta è ancora viva, vegeta e rigogliosa. Dai numeri sull'utilizzo della carta nelle nostre amministrazioni regionali sembra che la fatidica rivoluzione tecnologica sia ancora... sulla carta. I dati ci consegnano un'Italia dell'apparato pubblico molto ingessata, il cui ritardo tecnologico è reso evidente proprio dall'uso spropositato di documentazione cartacea e del suo naturale corredo in termini di stampati, pubblicazioni e cancelleria. Mentre in Estonia, con una legislazione snella, tutto è online e quindi il rapporto con il cittadino è ormai telematico e in qualsiasi momento della giornata è possibile collegarsi con la Pa ricevendo servizi efficienti, viceversa in Italia, Paese a burocrazia complessa, le banche dati pubbliche spesso non dialogano tra di loro - eccezion fatta per quelle legate al fisco -, ogni pratica compie percorsi tortuosi e talvolta infiniti, e le poche procedure online richiedono una perizia e una alfabetizzazione informatica che il cittadino comune generalmente non ha.

La ministra della Funzione pubblica recentemente ha dichiarato: «La sfida è difficile e richiede tempo, ma con nuove energie e con ricambio generazionale può finalmente partire la rivoluzione digitale che trasformerà la Pa...»

Che la sfida sia difficile non vi è dubbio, ma che la rivoluzione digitale trasformerà la Pa mi lascia molto perplesso. Intanto perché la digitalizzazione non semplifica nulla: la norma rimane la stessa, semmai se ne può velocizzare l'applicazione; ma per semplificare c'è bisogno prioritariamente di ridurre drasticamente l'attuale palinsesto normativo e le fonti che lo generano, una vera e propria giungla formata da centinaia di migliaia di norme, spesso contraddittorie e fuorvianti.

Altro aspetto sottovalutato è che il digitale per funzionare ha necessità di competenza informatica sia in capo al funzionario pubblico responsabile della pratica che in capo al richiedente/ricevente, cioè al cittadino. Per cui parlare di ricambio generazionale non ha senso, in quanto il funzionario pubblico di cui si auspica un rapido pensionamento, domani, una volta fuori dalla Pa, sarà un utente digitalmente non alfabetizzato.

Fiumi di carta continueranno pertanto a scorrere imperterriti e ad occupare gli edifici pubblici fino a quando in ogni luogo del Paese non ci sarà una connessione decente e

fino a quando non verranno forniti a tutti i cittadini gli strumenti e le cognizioni digitali.

*Enrico Michetti è Esperto di Pubblica amministrazione, presidente Fondazione Gazzetta Amministrativa della Repubblica Italiana

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica