Ragusa. «Non so spiegarmelo». È l'unica cosa che ha saputo dire al procuratore capo di Ragusa Fabio D'Anna e al pm Emanuele Ferdinando Vadalà, il 66enne Mariano Barresi, pensionato magazziniere a Pozzallo di una nota catena di supermercati, che ieri mattina, intorno alle 4, ha ucciso la cognata con una coltellata alla gola.
Rosalba dell'Albani, 52 anni, era la moglie di un brigadiere dei carabinieri in servizio a Ragusa. È stata uccisa nel lettino in cui dormiva in casa della madre, al secondo piano di una palazzina a tre piani a Giarratana, nel Ragusano. Nell'ultimo vive Barresi. L'omicidio assume i contorni di un autentico giallo perché, malgrado la confessione, un movente ancora non c'è. Non c'erano attriti in famiglia né problemi economici.
Eppure Barresi alle 4 del mattino ha lasciato il letto coniugale per scendere nell'appartamento della suocera. Si è diretto nella stanzetta in cui dormivano le due donne, Rosalba e la madre della donna. Armato di coltello, ha sferrato un fendente alla gola della cognata che le è stato letale. Poi è andato dall'altra cognata, che vive nello stabile, per avvisarla di ciò che aveva fatto e, infine, è tornato nella sua casa ad aspettare i carabinieri chiamati da un nipote. L'uomo davanti ai pm ha descritto minuziosamente lo scenario. Rosalba che dormicchiava sul lettino, vicino l'anziana madre che dormiva e, secondo Barresi, non si sarebbe accorta di nulla. La donna non è ancora stata sentita dagli inquirenti che, nei prossimi giorni, dopo avere accertato alcuni dettagli sulla malattia che la affligge, potrebbero decidere di sentirla in quanto potrebbe essere testimone dell'omicidio. Gli inquirenti dovranno scavare nella vita di Barresi che la butta sulla depressione. Durante l'interrogatorio, infatti, ha detto di «sentirsi depresso negli ultimi tempi dopo essere andato in pensione quasi due anni fa». Anche se questa frase non spiega la motivazione per cui si sia alzato nel cuore della notte e abbia ucciso la cognata, sorella della moglie, lasciando viva, nella stessa stanza, la suocera. L'accusa è di omicidio volontario. In questa fase la procura non contesta aggravanti, che però non si esclude possano emergere nei prossimi giorni.
Rosalba, ricordata come una persona gentile e accudente, che aveva votato la vita, oltre che alla famiglia, alla madre che assisteva da quando si è ammalata, lascia tre figli: un carabiniere in Calabria, un militare in Sicilia, il terzo studia all'Istituto alberghiero. «Non posso crederci, non voglio crederci, tu donna speciale, sensibile, umile, dolce, comprensiva, pronta ad ascoltare tutti e dare sempre una parola di conforto scrive un amico su Facebook -. Non mi stancherò mai di ringraziarti per l'affetto, la vicinanza, il conforto, la parola dolce che hai avuto ancor più in questi ultimi due anni per me difficili. Sei stata la sorella maggiore. L'amica che tutti vorremmo . Mai dimenticherò la tua frase speciale: fratellino abbi fede! Mi mancherai da morire. Fai buon viaggio dolce donna».
«È una tragedia inspiegabile, senza senso né motivazione - dice il sindaco di Giarratana, Bartolo Giaquinta -. Siamo tutti sconvolti e addolorati. Conosciamo tutti la famiglia dell'Albani, molto coesa e stimata.
Alcuni sono impegnati nel sociale o nelle attività sportive o nella parrocchia. Non riusciamo a capire cosa possa essere accaduto. Gli inquirenti sono al lavoro, c'è stato anche il magistrato sul posto». Il giorno dei funerali in città sarà lutto cittadino.
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