"Uccisi 20 palestinesi a Gaza". Ira jihadista: 350 razzi su Israele

L'Egitto tenta di mediare. Ue e Usa chiedono la tregua

"Uccisi 20 palestinesi a Gaza". Ira jihadista: 350 razzi su Israele
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Sarebbero circa 350 i razzi lanciati da Gaza verso Israele nella giornata di ieri. È la stima di una fonte militare riferita al sito «Ynet» secondo cui 150 sarebbero ricaduti all'interno della Striscia di Gaza stessa o precipitati in mare. Il ministero della sanità di Gaza ha fornito un bilancio delle vittime palestinesi in due giorni di attacchi israeliani.

I morti sono 20, di cui 4 donne e 5 minorenni. I feriti, secondo il ministero, sono 42. Negli ospedali di

Gaza si avverte un clima di emergenza, secondo fonti locali. L'Egitto sta lavorando per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza tra Israele e la Jihad Islamica. Lo hanno rivelato fonti del gruppo terroristico palestinese citate dal «Times of Israel». Da Israele, intanto, non è arrivata nessuna conferma alla notizia, mentre l'emittente pubblica israeliana Kan ha riportato che l'Egitto avrebbe informato lo Stato ebraico della disponibilità della Jihad Islamica a una tregua. Secondo la tv al-Jazeera, anche Usa e Qatar sono coinvolti negli sforzi per un cessate il fuoco. La Casa Bianca ha invitato tutte le parti a «ridurre la tensione» per timori di una nuova spirale di violenza. «Chiediamo a tutte le parti una de-escalation», ha detto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, aggiungendo tuttavia che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi missilistici.

«L'Unione europea è seriamente preoccupata per l'escalation a Gaza a seguito dei raid aerei israeliani di oggi (ieri, ndr). L'Ue deplora profondamente la perdita di vite civili, compresi i bambini, e chiede il rispetto del diritto internazionale umanitario. Le vite civili devono essere protette in ogni circostanza». È quanto ha riferito in una nota il portavoce dell'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.

«Esortiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione, promuovere la calma e lavorare per un orizzonte politico e una stabilità regionale in linea con gli impegni delle dichiarazioni di Aqaba e Sharm el Sheikh», ha aggiunto.

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