Ucciso davanti alla moglie mentre preleva al bancomat

L'uomo ha reagito a un tentativo di rapina: freddato a colpi di pistola. La donna era in auto ad aspettarlo

Ucciso davanti alla moglie mentre preleva al bancomat

Pistola in pugno, erano piazzati davanti al bancomat per rapinare chiunque si fossero trovati davanti. E davanti si sono trovati Giovanni Caramuscio, 69 anni, ex direttore di banca, ruolo che aveva assunto dopo essersi congedato come carabiniere. L'uomo, originario di Monteroni, era in zona perché era andato a far visita a un nipote. E si era fermato lì, in centro a Lequile, comune a nord di Lecce, lungo la via per San Pietro in Lama, di ritorno verso casa per prelevare dei soldi al Banco di Napoli. Con lui era scesa anche la moglie, che ha assistito impotente al delitto e ora è sotto choc.

Il tentativo di rapina finito male è avvenuto venerdì sera, il responsabile è già stato fermato ed è caccia al complice. Sul caso indagano i carabinieri. L'unica testimone è la donna, ma le telecamere presenti in zona hanno registrato, attimo dopo attimo, il barbaro omicidio e potranno servire a fornire prove utili agli inquirenti. Dalle immagini si vede Giovanni che si avvicina con lei verso il bancomat. Lui tira fuori la tessera, per prelevare, senza rendersi conto di essere già in trappola. Improvvisamente i due balordi, alti un metro e 65 circa e di corporatura robusta, con il volto celato da mascherina e da un passamontagna ricavato probabilmente tagliando alcuni pantaloni, gli si avvicinano e lo minacciano con una pistola. Vogliono il denaro. L'uomo reagisce e sferra un pugno su uno dei due, che barcolla e cade. L'altro malvivente invece di spaventarsi, reagisce e fa fuoco con una pistola calibro 7.65. Spara cinque volte e due colpi vanno a segno, ferendo mortalmente il 69enne al torace. Subito scatta l'allarme e i militari della stazione di San Pietro in Lama, insieme ai colleghi del Reparto investigazioni scientifiche e della compagnia leccese si recano sul posto insieme agli uomini del 118. Ma i colpi, che hanno raggiunto l'uomo, non gli danno scampo. Muore senza che la moglie possa far nulla.

Il resto è storia recente. In nottata, infatti, scattano le perquisizioni all'interno di un paio di palazzine dell'isolato, dove hanno sede degli immobili di edilizia popolare. Poco dopo viene fermato un sospettato, Mecaj Paulin, 31 anni, di origini albanesi. È lui, secondo i carabinieri, il malvivente che poche ore prima a sangue freddo e per pochi euro si è appostato con il complice e ha sparato alla vittima con una pistola, con matricola abrasa, che è stata rinvenuta successivamente all'interno della sua abitazione. A inchiodarlo, oltre al sistema di videosorveglianza, un testimone che ha raccontato di averlo visto mentre cercava di disfarsi degli abiti usati per la rapina. L'uomo dovrà rispondere, in concorso con altro soggetto in corso di identificazione, dell'omicidio aggravato dal fatto di aver agito al fine di rapinare il denaro che Caramuscio aveva appena prelevato oltre che di detenzione di pistola con matricola abrasa e anche di ricettazione dell'arma stessa.

Secondo i militari i due killer conoscevano la zona alla perfezione e avevano concertato il loro piano da tempo. Attendevano solo che arrivasse il buio e la vittima di turno da rapinare e la loro scelta è stata casuale. Del caso si occupa il pm Alberto Santacatterina, che qualche ora fa ha affidato al medico legale, Alberto Tortorella, l'autopsia sul corpo della vittima, già trasportata presso la camera mortuaria dell'ospedale Vito Fazzi.

Dall'esame sul cadavere potrebbero arrivare informazioni utili alle indagini e sarà possibile stabilire la traiettoria e la direzione da cui sono partiti i proiettili, che hanno ucciso l'ex direttore di banca. Il complice del bandito fermato, avrebbe già le ore contate.

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