Ue, prove di guerra: sì all'esercito comune. "Europa in pericolo". Verso nuove sanzioni (ma non sull'energia)

Un maratona, ieri a Bruxelles: Esteri, Difesa e Agricoltura. Vertici in serie per far implodere la strategia della Russia. Per l'Italia, ci sono Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini e Stefano Patuanelli. Riunioni

Ue, prove di guerra: sì all'esercito comune. "Europa in pericolo". Verso nuove sanzioni (ma non sull'energia)

Un maratona, ieri a Bruxelles: Esteri, Difesa e Agricoltura. Vertici in serie per far implodere la strategia della Russia. Per l'Italia, ci sono Luigi Di Maio, Lorenzo Guerini e Stefano Patuanelli. Riunioni. Poi il tono grave dell'Alto rappresentante per la Politica estera Josep Borrell, che dipinge una posizione comune dei 27 almeno sulle azioni di Mosca: «La Russia merita la ferma condanna per gli enormi crimini di guerra che sta commettendo, le immagini lo dimostrano».

Difesa comune Il primo passo dell'Ue concretizza il disegno della difesa comune, abbozzato nel 2020 e lasciato in soffitta per due anni. L'invasione dell'Ucraina ha travolto l'agenda e costretto i 27 a mettere in comune risorse e logistica per creare «eserciti coordinati» per garantire la pace. «L'Europa è in pericolo», dice Borrell. Via libera dunque alla cosiddetta Bussola Strategica (Strategic Compass), per rafforzare entro il 2030 la difesa Ue e dei suoi membri. Per Borrell, «non è una risposta alla guerra». Ma un piano d'azione «in un momento in cui siamo testimoni del ritorno della guerra in Europa». Si basa sull'articolo 42 comma 7 dei trattati Ue. E sulla clausola di mutua assistenza già richiamata dalla Francia dopo gli attentati 2015; impugnata da Svezia, Finlandia, Estonia e Polonia dopo l'invasione dell'Ucraina nei timori di vivere un film analogo.

Entro il 2030 La Bussola strategica prevede, tra l'altro, la creazione di una forza di schieramento rapido dell'Ue fino a 5mila soldati per diverse crisi; più 200 esperti in missione. Ma non prima del 2025, anche se già dall'anno prossimo inizieranno le esercitazioni congiunte. «Minacce in aumento, il costo dell'inazione è chiaro. Se non ora, quando?», insiste Borrell. La Bussola è complementare alla Nato, che resta il fondamento della difesa collettiva. Per l'Alto rappresentante Ue, «spendiamo il quadruplo della Russia con meno efficacia». I governi alzeranno le spese militari evitando di sovrapporre gli investimenti. «Non vogliamo creare un esercito comune ma eserciti nazionali che andranno a cooperare per reagire rapidamente, l'Europa diventa fornitore di sicurezza, è una svolta». Certi Stati compreranno elicotteri e aerei, altri munizioni, altri si indirizzano sulla cyber-sicurezza; previste esercitazioni comuni e mezzi terrestri e marittimi capaci di «salvare europei intrappolati in conflitti».

Armi a Kiev Dopo i 500 milioni di armamenti già stanziati, ma non ancora tutti ricevuti da Kiev visti i problemi logistici e le minacce russe di bombardare i camion, ieri l'Ue ha raggiunto l'accordo per un altro mezzo miliardo di rifornimenti bellici all'Ucraina.

Sfollati e profughi Per Borrell, «Putin usa i rifugiati come arma, ha distrutto le città per farli scappare». Appello di Berlino per creare «ponti aerei solidali». Ogni Paese Ue dovrà accogliere gli ucraini, come «dall'altra parte dell'Atlantico». La Germania stima 8-10 milioni di profughi potenziali.

Grano, orzo, fertilizzanti a rischio «La guerra potrà scatenare carestie», tuona il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian. Rincari (+21% grano, +33% orzo, +40 fertilizzanti) controbilanciati da aiuti nazionali. Per la prima volta si userà la riserva di crisi: all'Italia 50 milioni per gli agricoltori. L'Ucraina è il primo fornitore di mais Ue col 57% annuo. L'Ue ne incentiverà la coltivazione flettendo gli aiuti anche per cereali e girasole. Per il ministro dell'Agricoltura Patuanelli: grano e mais arriveranno da Francia e Germania.

Minacce di Mosca e sanzioni Ue «Le sanzioni non devono costituire un costo insopportabile», ammonisce Borrell. L'Europa convive con le minacce di Mosca: l'ultima ieri, dal portavoce del Cremlino Dimitri Peskov, avverte che i 27 «avranno momenti difficili se l'Ue imporrà un embargo sulla fornitura di petrolio». «Se potessimo, fermeremmo subito l'importazione dalla Russia, ma ne siamo dipendenti», ammette la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock.

«Dall'Italia niente veti al quinto pacchetto di sanzioni, aspettiamo la proposta della Commissione europea», è la linea della Farnesina e di Luigi Di Maio. «Cercare la pace con fermezza aderendo alle sanzioni». Ieri nessun accordo. Baltici, Polonia e Irlanda sono per la linea dura dello stop agli acquisti.

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