
nostro inviato a Parigi
Arriva per ultima, pochi minuti prima delle 17. Quando il vertice informale sull'Ucraina convocato da Emmanuel Macron all'Eliseo è già iniziato da quasi un'ora. Un ritardo annunciato, forse dovuto non solo a impegni romani non certo irrinunciabili (la Conferenza dei prefetti e dei questori d'Italia) ma anche alla volontà di marcare una distanza visibile rispetto a una riunione che per tempistica e modi non la convincono fino in fondo. Perplessità che Giorgia Meloni mette sul tavolo anche durante il summit, sottolineando apertamente come il formato a 11 (i leader di Francia, Germania, Italia, Spagna, Polonia, Danimarca, Olanda e Gran Bretagna, più i presidenti di Commissione e Consiglio Ue e il segretario generale della Nato) sia inadeguato perché «esclude molte nazioni», a partire da quelle «più esposte al rischio di estensione del conflitto». Paesi Baltici e Finlandia su tutti. Peraltro, aggiunge, «la guerra in Ucraina l'abbiamo pagata tutti». Probabilmente, dunque, avrebbe preferito che la questione fosse affrontata a Bruxelles in un Consiglio europeo informale. Un appuntamento che avrebbe però richiesto diversi giorni prima di essere convocato e che avrebbe visto al tavolo anche l'Ungheria di Viktor Orbán, in questi anni ambasciatore in Europa delle ragioni di Mosca.
Di qui la scelta del formato di Parigi. Un incontro «interlocutorio». Nel quale, riferiscono fonti italiane, Meloni ribadisce la necessità di continuare a perseguire il «coinvolgimento degli Stati Uniti», perché «è nel contesto euro-atlantico che si fonda la sicurezza europea e americana». Un concetto che la premier ribadisce con forza. Questo «non è un formato anti-Trump, tutt'altro». Perché, aggiunge, «gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e noi dobbiamo fare la nostra parte». Una presa di posizione che è di fatto una replica all'affondo arrivato qualche ora prima dal ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, secondo cui a Parigi si sono riuniti «i leader europei contrari a Trump».
Nella riunione dell'Eliseo, dunque, Meloni continua a muoversi sul doppio binario, provando a tenere insieme gli interessi dell'Europa e la necessità di dialogare con Washington. Senza esacerbare gli animi per considerazioni che nel merito non sono nuove. Una riflessione che Meloni fa apertamente ai suoi interlocutori. Perché l'attuale amministrazione americana «ha sì lanciato una sferzata sul ruolo dell'Europa», ma ragionamenti analoghi «sono già stati fatti da importanti personalità europee». Un riferimento, forse, alla scossa lanciata da Mario Draghi ad aprile. Insomma, secondo Meloni quella che arriva da Washington è «una sfida per essere più concreti e concentrarsi sulle cose davvero importanti», a partire dalla «necessità di difendere la nostra sicurezza a 360 gradi, i nostri confini, i nostri cittadini, il nostro sistema produttivo». Meloni torna anche sulle parole di JD Vance. E dice di «condividere il senso». «Ho espresso concetti simili da molto tempo», spiega. Una sintonia confermata dalla presenza di una corposa delegazione di Ecr (tra cui il vicepresidente Carlo Fidanza e il segretario generale Antonio Giordano) al Cpac 2025 che si aprirà domani a Washington.
A Parigi si affronta anche il nodo dell'eventuale invio di truppe al confine tra Ucraina e Russia. E resta la divisione tra favorevoli (Macron e Starmer) e contrari (Scholz e Meloni). Secondo la premier, infatti, «il dispiegamento di soldati europei in Ucraina è complesso e poco efficace». Insomma, «vanno esplorate altre strade» che coinvolgano di Stati Uniti. Perché «le garanzie di sicurezza» per Kiev restano la «questione centrale». E «senza ogni negoziato rischia di fallire».
Un concetto su cui
Meloni torna anche nei pochi minuti di faccia a faccia con Macron, quando ormai tutti hanno già lasciato l'Eliseo. Uno scambio cordiale, tanto che il presidente francese l'accompagna fino alla macchina tra sorrisi e abbracci.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.