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Il silenzio, l'attacco al Quirinale e gli hacker: cosa c'è dietro le mosse dei russi

Cyber attacchi ai server Internet di porti, aeroporti e istituti di credito del Paese

Il silenzio, l'attacco al Quirinale e gli hacker: cosa c'è dietro le mosse dei russi
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Bisogna partire dalla fine per comprendere ciò che sta accadendo tra Roma e Mosca. Ieri infatti il gruppo filorusso NoName057 ha colpito con una nuova serie di attacchi DDoS (distributed denial of service) siti web di soggetti italiani legati ai trasporti (aeroporti di Linate e Malpensa, Autorità trasporti, porti di Taranto e Trieste, tra gli altri) e finanziari (Intesa San Paolo). Nella rivendicazione vengono citate le dichiarazioni di Mattarella, definito «russofobo».

Fonti del ministero dell'Interno, contattate dal Giornale, spiegano che dovrebbe trattarsi di un attacco di scarsa entità compiuto da «cani sciolti» non direttamente legati a Mosca. Ma questa è solo la superficie. Perché questa offensiva cyber potrebbe anche rappresentare solamente un diversivo per coprire altri attacchi ad obiettivi di maggiore interesse.

Il cyber assalto arriva dopo che il 5 febbraio scorso Sergio Mattarella ha pronunciato il suo discorso all'università di Marsiglia. Un discorso dove cronaca e storia si intersecano. Dove la tragedia del secondo conflitto mondiale incrocia quella della «terza guerra mondiale a pezzi» combattuta ai nostri giorni (56 fronti aperti). Tra questi quello tra Israele e Hamas e quello tra Russia e Ucraina. Cronaca e storia, come ricorda il presidente della Repubblica nel suo discorso: «Al posto della cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura». I giornali online ci aprono, come si dice in gergo, ovvero mettono il discorso di Mattarella in apertura. Lo stesso fanno, il giorno seguente, i giornali cartacei.

Nove giorni dopo, il 14 febbraio, la portavoce del ministro degli Esteri russo, Marija Zacharova, parla di «invenzioni blasfeme» pronunciate dal capo di Stato del Paese in cui nacque il fascismo. Solidarietà a Mattarella da ogni parte politica. L'ambasciata russa in Italia si dice «indignata» per il modo in cui i nostri media hanno trattato la Zacharova. Dalle parole di Mattarella all'«attacco» di Mosca passa più di una settimana. Come mai, in un mondo dove le notizie si leggono in diretta ad ogni latitudine, questo silenzio da parte della Russia?

Per capirlo bisogna allargare un po' il campo e osservare ciò che accade in quegli stessi giorni Oltreoceano, con il presidente americano Donald Trump che esprime l'intenzione di arrivare a una pace concreta con Mosca. L'Europa si muove per non rimanere fuori dalle trattative ed ecco che arriva l'offensiva diplomatica russa, come sottolineano fonti di intelligence al Giornale. «Si tratta principalmente di una trappola mediatica - spiegano -. In questo momento Mosca sta cercando di screditare l'Italia e di rafforzare la sua narrazione secondo cui il nostro Paese non merita di partecipare ai negoziati». Perché Roma, oggi, rappresenta il ponte tra Europa e Stati Uniti.

Un ponte che si cerca di far saltare in aria per sganciare il Vecchio continente da Washington, rendendolo così ininfluente, come del resto ha sottolineato ieri il ministro degli Esteri, lo stesso a cui fa riferimento la Zacharova, Sergei Lavrov. Una guerra di parole e di attacchi hacker. Un tassello della guerra ibrida di Mosca. L'ennesimo. In un mondo che danza sul Titanic.

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