“Sono molto soddisfatto”. La voce è convinta, anche se non riesce a nascondere il lieve dispiacere di essersi fermato solo a qualche punto percentuale di distanza dalla rivale. Claudio Ricci commenta così a caldo il risultato (quasi) storico del centrodestra in Umbria, regione governata da sempre dal centrosinistra.
Alla fine, 42% contro 39%. All’inizio della campagna elettorale avrebbe scommesso su percentuali simili?
“Partivamo dai 20 punti di distacco di cinque anni fa, e adesso siamo arrivati molto vicini. Non si può non essere soddisfatti”.
Cos’è mancato per completare il sorpasso?
“Ripercorrendo la campagna elettorale penso che abbiamo fatto il possibile. Mi riferisco a tutti quelli che hanno partecipato: i candidati, i quadri politici regionali e anche i responsabili nazionali dei partiti che si sono spesi molto. Senza dimenticare, ovviamente, il contributo delle liste civiche. Purtroppo il quadro politico umbro è complesso, quindi aver mantenuto l’incertezza fino alla fine è già un ottimo risultato”.
A cosa va il merito?
“Indubbiamente alla campagna elettorale molto lunga che mi ha permesso di conoscere meglio la regione, i suoi territori e i suoi cittadini. Abbiamo fatto oltre 300 piccoli incontri realizzati in tutto il territorio regionale in 20 mesi: questo ci ha consentito di costruire una rete di relazioni importante e in grado di comunicarci quali fossero i temi cari agli umri. Temi che poi sono diventati i 20 punti del nostro programma”.
Il suo progetto di riunire il centrodestra si può dire che abbia funzionato. Può essere un modello anche a livello nazionale?
“Tutti gli osservatori hanno riconosciuto che se il centrodestra prova a riunirsi, e ad allargarsi, come nel nostro caso, a quadri civici popolari, può essere fortemente competitivo. Anche in regioni che sembravano bloccate, come l’Umbria”.
È un messaggio ai leader dei moderati?
“Aver tenuto l’Umbria in bilico per lunghe ore penso abbia già determinato una possibilità che questa esperienza diventi, se non un modello, un punto utile per una riflessione a livello nazionale”.
Qual è il segreto per mettere tutti d’accordo?
“Saranno i quadri politici nazionali a definire i particolari. Io dal mio punto di vista posso dire che può contare molto il lavoro sul territorio. Bisogna creare gruppi di ascolto e occuparsi anche di formazione politica, perché vi è sempre il bisogno di formazione amministrativa ed etica. Si riparte dal basso e poi, camminando insieme, si possono trovare i punti di unità per creare le coalizioni”.
Il risultato della Lega Nord l’ha sorpreso?
“No, non mi ha sorpreso affatto: chi come me viaggiava sul territorio sentiva che avrebbe raggiunto ottime percentuali. Ma devo dire che tutti i partiti del centrodestra hanno ottenuto un buon risultato ”.
Anche Forza Italia?
“È un momento molto difficile, di grandi cambiamenti, quindi…Credo che in generale sia un risultato accettabile. Questa elezione regionale, però, va letta piuttosto nel suo complesso”.
L’appuntamento con la vittoria è rinviato di cinque anni?
“Credo che in questo momento agli umbri sia necessario dire che tutti i consiglieri regionali del centrodestra saranno a disposizione per continuare a proporre progetti di sviluppo significativi per la nostra regione. Poi da qui a cinque anni ci saranno rivoluzioni politiche importanti e probabilmente saremo anche chiamati a creare le macroregioni. Il percorso, quindi, è ancora lungo. Ma mi permetta un appunto finale”.
Prego.
"Voglio sottolineare il clima di estrema correttezza che si
è venuto a creare tra tutti i candidati governatori. In un panorama politico italiano a volte sconnesso e conflittuale, credo sia corretto rilevarlo. L’Umbria ha dato un piccolo, ma importante segnale di buona politica".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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