Le unioni civili non danno proprio pace al Pd. Dopo lo sfogo della Cirinnà contro i renziani e l’out-out dei giovani turchi in difesa della stepchild adoption, ora è la minoranza dem ad alzare la voce sull’articolo 5. L’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, da tempo indicato come futuro sfidante del segretario al prossimo congresso del Pd, su Twitter scrive: "Su unioni civili mi aspetto da Renzi la stessa determinazione avuta su legge elettorale e Jobs act. Basta aspettare. #stepchild irrinunciabile".
Il premier, che ieri ha fischiato il time-out per concedere a tutta una pausa di riflessione, nel frattempo si trova a Bruxelles per la riunione dei Paesi Ue sul tema dell’immigrazione. Tutti sono in attesa di cosa dirà domenica all’assemblea nazionale del Pd, dove probabilmente estrarrà un coniglio dal cilindro ma nel frattempo se la danno di santa ragione. Al momento lo stralcio non sembra essere in agenda. “Aprirebbe più problemi di quanti ne risolve” dicono in ambienti dem. Il sottosegretario Luciano Pizzetti alle Riforme, vicino alle posizioni di ‘Sinistra è cambiamento’, corrente della minoranza dialogante guidata dal ministro dell’Ambiente Maurizio Martina, è nettissimo: "La parola stralcio è una bestemmia. Poi ci saranno i voti dell'aula".
Anche l’idea di “spacchettare il canguro”, come si definisce in termini tecnici la suddivisione in più parti l’emendamento del senatore Marcucci per lasciare la possibilità ai cattodem di esprimersi sulle loro
proposte di modifica, non pare al momento praticabile. Una soluzione del genere darebbe, infatti, lo spazio alla presentazione di vari sub-emendamenti e non risolverebbe il problema dato che i grillini non la appoggerebbero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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