Usa, veglia per l'addio a Davide "Ma un leone non muore mai"

In centinaia per ricordare il dottorando piemontese. La fidanzata: "Sognavamo una vita insieme"

Usa, veglia per l'addio a Davide "Ma un leone non muore mai"

New York. La passione per lo studio, il calcio, il volontariato, il sogno di costruire una famiglia una volta terminati gli studi. Sono i compagni della Columbia University, i genitori e la fidanzata di Davide Giri a raccontare chi era il dottorando di 30 anni avviato verso una brillante carriera accademica (e non solo) negli Usa, ucciso brutalmente a coltellate dal 25enne afroamericano Vincent Pinkney. La sua morte ha sconvolto l'ateneo newyorkese, e venerdì sera sono state circa duemila le persone che si sono riunite nel cuore del campus per una veglia in ricordo di Davide: c'erano molti studenti e colleghi del ragazzo, alcuni di loro sotto choc, come scrive il New York Post. Hanno deciso di radunarsi tutti insieme per inviare «affetto e sostegno ai genitori e alla famiglia» di Giri, come ha ricordato il rettore dell'università, Lee Bollinger. «È qualcosa che ci colpisce profondamente. C'è un forte senso di comunità alla Columbia», ha proseguito Bollinger con il Daily News. «Qualsiasi perdita come questa è scioccante, e ha effetti profondi sulle persone. Davide era un giovane brillante, uno studente eccezionale con un grande futuro davanti a sé». «È stato uno dei giorni più difficili della mia vita - ha scritto invece su Twitter Corentin Claisse, compagno di squadra del trentenne nella squadra di calcio locale NY International F.C. - Giocavamo con lui in allenamento e stavamo andando alla grande. RIP amico, mi manchi». Tutto il team ha poi diffuso una nota in cui descrive il ragazzo come il membro «più simpatico e brillante», prima di affermare che «un leone non muore mai, dorme». A ricordarlo è stata anche la fidanzata, Ana Gonzales: «Sognavamo una vita insieme - ha detto al Nyp - La nostra era una lunga storia, avevamo progetti per una vita insieme subito dopo la fine del suo dottorato». Anche lei, come tutti, lo ha descritto come una «persona gentile e amorevole». «Davide era molto di più di quello che i giornali hanno scritto», hanno raccontato i genitori di Giri al vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti, che questa mattina ha fatto visita a loro, alla sorella Caterina e al fratello Michele nella casa di Scaparoni, una frazione della cittadina del cuneese. «Aveva un grande senso della famiglia», hanno aggiunto papà Renato e mamma Giuseppina, molto conosciuti in città per il volontariato, attività che svolgeva anche il figlio. I suoi studi negli Stati Uniti erano il punto di arrivo di un percorso partito dal Politecnico di Torino, dove si era laureato con il massimo dei voti, e portato avanti con la specializzazione in elettronica alla Tongji University di Shangai. Poi due master: in ingegneria elettronica al Politecnico e alla University of Illinois, a Chicago. Quindi nel 2016 l'arrivo alla Columbia.

Il pluripregiudicato che ha ucciso Giri a Morningside Park con un coltello da macellaio è stato accusato di omicidio e possesso criminale di un'arma. Vincent Pinkney, secondo la polizia, avrebbe detto agli investigatori di aver trascorso il tempo prima di colpire a morte il giovane «fumando erba». Il 25enne afroamericano era già stato arrestato 11 volte dal 2012 con diverse accuse tra cui rapina e aggressione, ed era in libertà vigilata. Quanto è successo «è del tutto casuale e non provocato», ha detto una fonte della polizia: «Non c'è conversazione, non c'è nulla. È il tipo di crimine più spaventoso perché potrebbe riguardare chiunque». L'uomo è accusato anche di tentato omicidio per aver aggredito, poco dopo, il 27enne di Perugia Roberto Malaspina. Accoltellato alla schiena e all'addome a qualche isolato di distanza, il ragazzo è rimasto ferito ed è ricoverato in condizioni non gravi. Secondo quanto riportato dal Corriere dell'Umbria anche Malaspina è un dottorando alla Columbia, in storia dell'arte, ed era arrivato da sole ventiquattr'ore con una borsa di studio di sei mesi.

«L'ho sentito al telefono e ci ho parlato, sta bene, grazie a Dio», ha spiegato il padre Corrado. «Siamo in contatto con lui e con le autorità consolari - ha sottolineato invece la madre - ma in queste ore stiamo valutando se raggiungerlo».

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