Urne aperte nella Regione più piccola d’Italia ma ad altissima instabilità politica e di inchieste giudiziarie. I 135mila abitanti che oggi dovranno rinnovare il Consiglio regionale forse sono troppo pochi perché il loro voto possa pesare sugli equilibri politici nazionali. D’altronde sarebbe il terzo test dal 4 marzo, dopo quelli in Molise e in Friuli, a incidere, almeno in teoria, sulla faticosa nascita del governo.
Al di là della centralità o meno del voto, Lega e Movimento Cinque Stelle hanno deciso di esserci e di fare campagna elettorale sfidando le collaudate forze autonomiste che da 70 anni dominano la Regione a statuto speciale ma che oggi sono indebolite da veleni e avvisi di garanzia. La partita si gioca con un proporzionale purissimo: dieci partiti in corsa, niente alleanze, con i 35 consiglieri che eleggeranno il nuovo presidente di una Regione che ne ha avuti ben tre in cinque anni. L’ultimo che si è dimesso, Pierluigi Marquis, era entrato in carica il 10 marzo scorso, dopo un ribaltone che aveva provocato l’addio del suo predecessore, Augusto Rollandin. Ma anche Marquis si è dovuto dimettere, dopo l’avviso di garanzia ricevuto nell’ambito dell'inchiesta per calunnia sul ritrovamento di 25mila euro nell'ufficio di presidenza. E solo due giorni fa la procura di Aosta ha chiuso le indagini sui finanziamenti pubblici a favore del Casinò di Saint Vincent, in profondo rosso e partecipato dalla Regione: tra gli altri è indagato anche l’ex governatore Rollandin per truffa aggravata. Ma è l’intero sistema di gestione dell’ente sotto accusa. Basti pensare che due mesi fa la Corte dei conti aveva sequestrato immobili e conti correnti a 21 consiglieri ed ex consiglieri regionali per un presunto danno erariale di 140 milioni di euro.
Un bell’aiuto, quindi, per i partiti “italiani” che provano a convincere gli elettori dell’opportunità della svolta: gli ultimi sondaggi disponibili danno in forte ascesa la Lega, che aveva ottenuto il 17,4% alle politiche e che ora spera di superare il 20. Dando del filo da torcere al M5s che aveva vinto il collegio uninominale con il 24,1%.
Il Pd, con gli autonomisti, aveva raggiunto il 21,7%, ma oggi corre da solo e rischia la debacle. Con un proporzionale puro e due partiti populisti, ormai alleati di governo, che si contendono la stessa percentuale, c’è già chi scommette sulla Valle D’Aosta come prima Regione gialloverde.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.