"Per la Nato come sudditi...". Il post che ora imbarazza il grillino

Nel giorno della missione diplomatica del Ministro Di Maio a Kiev, spunta un vecchio post del suo compagno di partito e sottosegretario agli esteri che attaccava Stati Uniti e Nato sul dossier ucraino

"Per la Nato come sudditi...". Il post che ora imbarazza il grillino
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Secondo l'intelligence americana oggi e domani sarebbero i due giorni in cui il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe dare l'ordine di invadere l'Ucraina. Dal confine arrivano nel frattempo notizie e video diffusi dal Ministero della Difesa di Mosca di forze militari in ritirata al termine delle annunciate esercitazioni militari. E la diplomazia è sempre al lavoro.

Mentre il premier Mario Draghi partirà per Parigi per il vertice a tre con Emmanuel Macron e Olaf Scholz, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio atterrerà a Kiev in missione diplomatica. L'Italia sarebbe pronta a sostenere la Nato nel caso in cui decidesse di irrobustire il dispositivo militare schierato nel Sud-Est europeo inviando 2mila soldati (sarebbe necessaria l'approvazione da parte del Parlamento). Ma in generale la linea italiana è sempre stata quella del pieno sostegno alla difesa della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina seppur con un dialogo aperto e costante con la Russia per evitare l'escalation, nel quadro degli Accordi di Minsk e del Formato Normandia.

Una posizione granitica, oggi, nel febbraio 2022, molto meno all'interno degli equilibri politico-ideologici del partito che esprime sia il Ministro degli Esteri che il sottosegretario Manlio Di Stefano: il Movimento 5 Stelle. L'implacabile web che ha permesso ai grillini di affermarsi politicamente, è diventato negli ultimi anni il nemico numero 1 dei suoi esponenti, che nel corso del tempo ne hanno dette di cotte e di crude, sproloquiando su qualsiasi argomento ed avendo molta cura di lasciarne traccia.

Di Stefano, già protagonista di diversi voltafaccia (esemplificativo il caso TAP), nell'ormai lontano 2016 sull'adesione dell'Italia al posizionamento della Nato in politica estera, scriveva: "Il livello di esercitazioni militari e di accerchiamento della Russia ad est è senza precedenti. La cosiddetta "Trident Juncture 2015" (TRJE15) tenutasi in Italia è stata la maggiore esercitazione dalla caduta del Muro di Berlino ad oggi. Oltre ad un aumento della Forza di risposta della Nato (NRF) "da 13mila a 30mila soldati" e alla creazione di una forza di intervento rapido di 5 mila uomini e di 5 nuovi basi (non permanenti) dislocate tra la Polonia e le Repubbliche baltiche, la Nato ha aumentato la sua presenza di 'collaboratori militari' a Kiev, dopo il colpo di stato del febbraio del 2014.
La NATO, quindi, si prepara alla guerra contro la Russia per forzare l'ingresso dell'Ucraina nell'Organizzazione e per gli interessi egemonici mondiali degli Stati Uniti".



Il Di Stefano col colbacco, che storpiava persino il nome del segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg (che chiamava Stoltemberg), che sosteneva un'apertura verso Mosca, che riteneva che l'Italia avrebbe dovuto mettere in discussione "la presenza di tutte le decine e decine di basi militari NATO e USA presenti sul nostro territorio", chiudeva così il suo long-form geopolitico: "Presto, molto presto, al governo del paese ci sarà il Movimento Cinque Stelle e nessuno, specialmente il Segretario della NATO, non potrà più venire a Roma a trattarci come sudditi".

Il Movimento al governo in effetti ci è andato, ma le sue posizioni sul principale dossier internazionale che riguarda proprio lo spiegamento di forze in Ucraina e la risposta della Russia è parecchio diverso.

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