Velo, governo pronto a intervenire. "In classe si sta a volto scoperto"

Il ministro Ciriani: "Niqab? Le leggi si rispettano"

Velo, governo pronto a intervenire. "In classe si sta a volto scoperto"
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«Le regole e le leggi vanno rispettate, non c'entra nulla il rispetto per le religioni. L'Italia è un Paese che ha delle leggi e in classe si sta a volto scoperto». Parlando con TeleFriuli, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ieri, ha ribadito la posizione del governo su caso della scuola di Monfalcone in cui sarebbe stato ammesso l'uso nelle classi del niqab (il velo integrale) da parte di alcune studentesse di religione islamica, previa «identificazione» da parte di un'insegnante a ogni ingresso a scuola.

«Il ministro Valditara si sta già attivando - ha annunciato Ciriani - e il sottosegretario Paola Frassinetti sarà in città domani o dopodomani (oggi o domani, ndr)».

In effetti, il sottosegretario in questi giorni si trova in Friuli Venezia Giulia per iniziative legate al Giorno del ricordo. E tuttavia al centro dell'attenzione resta anche il caso-niqab, su cui anche il ministro, Giuseppe Valditara, è intervenuto, dopo il monito di Marina Terragni, neo garante per l'Infanzia e l'adolescenza: «Condivido il messaggio del Garante, Marina Terragni, a proposito dell'uso del niqab da parte di alcune studentesse di una scuola di Monfalcone -ha detto il ministro giovedì sera - la scuola deve essere un luogo di vera integrazione, di relazioni umane solide e trasparenti, di valorizzazione della dignità della persona, un luogo in cui ragazze e ragazzi siano liberi di crescere armoniosamente». «Non si deve tuttavia caricare la scuola di responsabilità che non le competono - ha precisato - Senza una legge che riveda la normativa vigente non si può chiedere a dirigenti scolastici e docenti più di quanto ha fatto la preside della scuola di Monfalcone».

«Le notizie che ci arrivano da Monfalcone aveva detto Terragni - sollevano molte preoccupazioni sulla libertà di queste ragazze e sulla loro effettiva integrazione nel contesto scolastico e sociale». «La necessità di un efficace dialogo tra culture - ha concluso - non può impedire di osservare che talune pratiche contravvengono ai più elementari diritti e ostacolano il pieno sviluppo della personalità di chi è costretta a subirne l'imposizione».

E ieri sul caso è intervenuto anche Aboubakar Soumahoro, ex Avs

oggi gruppo misto, già primo firmatario della proposta di legge per l'istituzione della festa di fine Ramadan in Italia: «Occorre assumersi la responsabilità di costruire un futuro aperto, rispettoso e multiculturale».

AlGia

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