Quando era attivamente impegnato in politica Walter Veltroni era conosciuto in modo ironico come l’uomo dei "ma anche". Un intercalare particolare usato, come maliziosamente suggerito da qualcuno in passato, un po’ come uno strumento per parlare dei più vari argomenti smussandone i toni e, allo stesso tempo, per cercare di non scontentare nessuno.
Oggi l’ex segretario dei Ds e del Pd passa molto del suo tempo a lavorare su lungometraggi, libri, editoriali, interviste sia raccolte che concesse e apparizioni tv. Un bel modo per tenersi impegnato. Forse, come ha sottolineato Francesco Borgonovo su La Verità, un po’ troppo per un uomo solo. Ma se riesce a tenere fede a tutti i suoi impegni, buon per lui. C'è solo da ammirarlo. Ma per il giornalista dietro a tanto attivismo e presenzialismo ci potrebbe essere un motivo preciso ed ambizioso: il Quirinale. Il ruolo di capo dello Stato potrebbe essere il sogno segreto di Walter.
Veltroni è riuscito, per quanto possibile, a trarre un po' di bene anche da questo difficile 2020. Con risultati che si potrebbero proiettare anche nel futuro. Borgonovo ricorda che Veltroni ama la tv. E la tv lo "ricambia" con ospitate su vari canali come quelli della Rai o su La7. Gli argomenti sono i più vari: attualità, politica e sport.
Non solo. Perché se si fa un salto in una libreria ecco che sugli scaffali si possono trovare alcune sue opere. Veltroni di recente ha scritto tre libri. Un giallo realizzato durante il lockdown intitolato "Buonvino e il caso del bambino scomparso", seguito di una serie poliziesca il cui primo volume era uscito a novembre 2019. Poi il saggio "Odiare l'odio" pubblicato a marzo e, infine, la raccolta di articoli "Labirinto italiano". Per una nuova opera bisognerà attendere poco. A gennaio è prevista l'uscita in edizione economica del saggio "Roma. Storie per ritrovare la mia città" e del romanzo per giovani e adulti "Tana libera tutti". Senza dimenticarw "Sami Modiano, il bambino che tornò da Auschwitz".
Tanto lavoro su carta a cui si affiancano anche collaborazioni regolari con il Corriere della Sera, Sette e la Gazzetta dello Sport. Poi i video. Sempre quest' anno Veltroni ha girato due documentari. Il primo s'intitola "Fabrizio De André e Pfm. Il concerto ritrovato", ripresa integrale di una esibizione andata in scena il 3 gennaio 1979 alla Fiera di Genova, mentre il secondo "Edizione straordinaria", opera realizzata montando le immagini dei tg Rai degli ultimi 60 anni, che mandato in onda su Raitre all’inizio del mese ha avuto anche un discreto successo di share.
Non mancano i premi. Ad ottobre Veltroni ha ricevuto il Premio alla cultura cinematografica di Gorizia mentre a settembre si è guadagnato il premio letterario Cimitile. Poi ha avuto anche incarichi dal’altra parte della barricata. Prima ha presieduto la giuria del premio Clara Sereni e del premio cinematografico Elio Petri e di recente è stato presidente della giuria dei letterati del premio Campiello.
Tutto quello che Veltroni tocca sembra diventare oro. Nessuna critica piove sulla testa dell’ex sindaco di Roma. Secondo Borgonovo ci sarebbe una motivazione in particolare: le opere di Veltroni nascono per non scontentare (quasi) nessuno, anche quando si tratta di raccontare un fatto storico controverso. Secondo il giornalista del quotidiano diretto da Belpietro è proprio questo l’asso nella manica di Walter: scrive "riportando una sorta di opinione condivisa, cerca appositamente argomenti che creino una memoria comune benché asettica". Utilizzando questo metodo, riesce a esprimersi su tutto senza attirare gli strali di qualcuno o di qualche parte.
Dicono che il sogno di Veltroni sia il Quirinale.
Borgonovo sottolinea come il suo incessante lavorio per creare una memoria comune e inoffensiva sembrerebbe pensato per questo. Non si sa se questo sia vero. Magari la corsa al Colle potrebbe fare da spunto per un’altra storia da raccontare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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